Oscar Piastri si prende la rivincita su Charles Leclerc dopo la vittoria sfumata a Monza, e dopo Baku un pensierino al titolo ora non è più così folle…
Sogna ragazzo, sogna
Altro che ordini di scuderia. Grazie a una gara capolavoro e una gestione della corsa eseguita in modo impeccabile, Oscar Piastri non ha solamente vinto il suo secondo Gran Premio della carriera a Baku, ma si è anche e soprattutto assicurato la possibilità di poter ancora dire la sua nella rincorsa al titolo, sebbene Lando Norris sia riuscito comunque a guadagnare quattro punti su Max Verstappen nonostante la quindicesima casella di partenza.
Dopo un avvio di stagione sottotono e a tratti anche sfortunato (vedasi il contatto con Sainz a Miami che lo ha privato di una probabile vittoria), il giovane talento australiano è salito in cattedra da Monaco in poi, conquistando una seconda posizione nel principato solamente alle spalle di Charles Leclerc, a cui hanno fatto seguito altri quattro podi, tra cui la prima vittoria in carriera a Budapest.
Eppure, i media e le prime pagine dei giornali (per certi versi giustamente), hanno continuato a focalizzarsi sulla sfida Norris-Verstappen, con il pilota britannico che spesso e volentieri ha dimostrato di poter contendere il titolo all’olandese, gettando però alle ortiche una marea di occasioni.
E così il giovane Piastri, da molti etichettato come ”il secondo pilota” che dovrebbe solamente recitare il ruolo di scudiero fino ad Abu Dhabi, ha iniziato ad approfittare degli errori del compagno di squadra, rosicchiando punti su punti e mettendo in chiaro le cose con quello splendido sorpasso all’esterno alla Roggia a Monza.
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Con i 25 punti conquistati in Azerbaijan, Piastri si ritrova ora a soli 32 punti dal numero 4, che a sua volta accusa un gap di 59 lunghezze da un Verstappen sempre più in difficoltà, ma con ancora un margine di sicurezza importante.
Alla vigilia del weekend azero, Andrea Stella aveva messo in chiaro le cose: mai più una Monza bis e ordini di scuderia in caso di necessità. La situazione si è però rapidamente capovolta a Baku, con Norris addirittura a fare da guardaspalle per favorire vittoria del compagno.
Con ancora sei gare e tre sprint da disputare, e con un gap ormai ridottissimo tra i due alfieri papaya, risulta oggi difficile immaginarsi un Piastri farsi volontariamente da parte su ordine del muretto McLaren, perlomeno fin quando la matematica non lo condannerà.
Mentre McLaren sembra ormai avviata verso la conquista di un titolo costruttori che manca dall’ormai lontano 1998, la battaglia per il mondiale piloti ora è più accesa che mai, e con un Piastri così in stato di grazia e un Lando sempre più pasticcione, chissà che il buon Oscar non stia iniziando concretamente a farci un pensierino…
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