Tom Coronel ritiene che il vero problema di Charles Leclerc in questa stagione sia la mancanza di un ingegnere di pista esperto e di assoluto livello.
Bozzi è l’uomo giusto al fianco di Leclerc?
Nonostante lo switch a stagione in corso tra Xavi Marcos e Bryan Bozzi, promosso nel ruolo di ingegnere di pista di Charles Leclerc a partire dal GP di Imola, non tutti ritengono che i problemi di affiatamento tra il monegasco e il suo punto di riferimento numero uno al muretto siano stati definitivamente risolti.
Uno di questi è Tom Coronel, ex pilota di monoposto e dal 2009 impegnato nella Dakar, il quale ritiene che il vero problema che sta penalizzando le performance in pista del numero 16 in questa stagione sia proprio la mancanza di un ingegnere di pista esperto e di assoluto livello.
Mentre Carlos Sainz può fare affidamento su un veterano come Riccardo Adami, che ha ricoperto il medesimo incarico per Sebastian Vettel dal 2015 al 2020, il rapporto tra Leclerc e Xavi è sempre stato caratterizzato da alti e bassi, con diversi polveroni mediatici abbattutisi sullo spagnolo nel corso degli anni.
Chiaramente, essendo entrato in carica da pochi mesi, non è ancora possibile giudicare al 100% l’operato di Bozzi, seppur il monegasco abbia a più riprese lodato la precisione e la tempestività nella comunicazione e nella ricezione delle informazioni dall’italiano.
“Ha vinto il GP di Monaco, la sua gara di casa, ma soprattutto perché lì non si può sorpassare da nessuna parte”, ha commentato Coronel a Formule1.nl giudicando la stagione di Leclerc finora, che lo ha visto grande protagonista fino al GP di casa nel principato per poi uscire di scena con i problemi di bouncing emersi sulla SF24 da Barcellona in poi.
“La macchina non si comporta bene, ma ci sono altre cose che accadono in Ferrari. Gli manca un ingegnere su cui basarsi, e questo è un grave handicap”.
Leggi anche: F1 | La Ferrari “Cerbero” prende forma: scelto il nuovo DT, ma non sarà l’unica testa
“Con Leclerc, si vede che non ha gli strumenti per mettere insieme tutto. In realtà, è molto semplice: anche in Formula 1, la catena si spezza all’anello più debole. Lui stesso non è l’anello più debole, certamente no. E si oppone alla situazione. È anche logico”.
Sempre secondo il 52enne olandese, sarebbe compito di Leclerc scegliere i collaboratori migliori a cui affiancarsi: “Come pilota, sei anche ampiamente responsabile della squadra che ti circonda. E devi anche motivare queste persone. È una squadra e bisogna crescere insieme, passo dopo passo”.
”Ma alla fine è anche una qualità importante per un pilota quella di riunire e motivare le persone valide intorno a sé. Per riassumere, non credo che Leclerc stia facendo male, ma mi aspetto di più da lui”.
Seguici anche sui social: Telegram – Instagram – Facebook – Twitter