La soluzione proposta da Toto Wolff per evitare ulteriori polemiche sul divieto imposto dalla FIA di utilizzare imprecazioni in diretta televisiva.
Occhio al linguaggio
Il weekend di Singapore, oltre all’attività in pista e alla vittoria di Lando Norris, ha fatto molto discutere anche per quanto riguarda l’ormai famigerato ”swearing ban”, ovvero il divieto imposto dalla FIA di utilizzare imprecazioni in conferenza stampa, e più in generale durante le dirette televisive, team radio compresi.
Un ban che ha già mietuto la prima vittima, con Max Verstappen costretto a scontare dei ”lavori socialmente utili” per aver utilizzato una parolaccia durante la conferenza piloti del giovedì alla vigilia del weekend di Singapore.
La sanzione ha ovviamente mandato l’olandese su tutte le furie, che ha deciso di protestare contro la federazione adottando il silenzio stampa sia nella conferenza post qualifiche, invitando i giornalisti a porre le domande nel paddock, che in quella post gara.
Sulla questione si è espresso anche Toto Wolff, che ha vissuto un episodio simile lo scorso anno assieme a Frederic Vasseur a Las Vegas: “L’anno scorso ho partecipato alla riunione dei commissari sportivi dopo Las Vegas, ed è stata un’esperienza molto divertente!”, ha scherzato l’austriaco.
”Io e Fred eravamo lì nello stesso momento. Lui era un po’ più preoccupato. Gli ho detto: “È stata la prima volta dai tempi della scuola che sono stato chiamato dal preside, e ti assicuro che sarà l’ultima”.
“Detto questo, credo che si possa affermare che le parolacce e la maleducazione via radio non sono cose che dovrebbero accadere”.
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“La F-word è ormai entrata nel linguaggio comune, ma è sempre il contesto a renderla tale. Vogliamo emozioni, momenti crudi, e capiamo che i piloti sono in uno stato estremo. Se riusciamo però a smorzare un po’ i toni è un bene per tutti noi. Tuttavia, non bandirei necessariamente la parola con la F, perché penso che ci siano parole peggiori di questa”.
“Non credo che usare la parola con la F in una conferenza stampa sia la cosa peggiore. Ma se dobbiamo adattarci, tutti noi adattiamo il nostro linguaggio, compresi i team principal, allora lo esamineremo meglio. È più civile così”.
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Foto copertina © F1ingenerale