Con il futuro di Lewis Hamilton in Mercedes ancora incerto, Johnny Herbert ha espresso un parere sulle possibili destinazioni per il britannico in caso di addio al team di Brackley, tra cui la Ferrari.
Tiene ancora banco la questione relativa al rinnovo del sette volte campione del mondo con il team tedesco. Con il futuro di Lewis Hamilton in Mercedes ancora incerto, Johnny Herbert ha espresso un parere sulle possibili destinazioni per il britannico in caso di addio al team di Brackley, tra cui la Ferrari. Secondo l’ex pilota di Formula 1, però, le tempistiche non giocherebbero a favore dell’inglese, in quanto vincere a Maranello non richiederebbe poco tempo.
Hamilton-Ferrari: secondo Herbert il problema è legato alle tempistiche
“Credo che dipenda da quello che succederà alla Mercedes”, ha detto Herbert a Standard Sport. “Riusciranno a cambiare le cose? Se non va a buon fine e Lewis ha ancora il fuoco dentro e pensa che questo non sia il posto per lui, dove andrà?”. Per quanto riguarda le restanti opzioni, Herbert ritiene che la mancanza di tempo potrebbe essere un ostacolo per un eventuale passaggio alla Ferrari.
“Andrebbe alla Ferrari? Vuole andarci perché ritiene che lì si possa vincere un campionato?”, prosegue il britannico. ”Sentirebbe di poter portare lì la sua energia e le sue persone dalla Mercedes, come ha fatto Michael Schumacher, e di poterla cambiare e indirizzare in modo positivo? Il problema è il tempo”.
Sebbene Herbert ritenga che l’inglese abbia ancora le capacità per conquistare un ottavo titolo mondiale, egli pensa che l’aspetto del simulatore sia un aspetto con cui Hamilton non si trovi a suo agio come alcuni dei suoi rivali più giovani, ad esempio il compagno di squadra Russell.
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“La differenza più grande ora è che la maggior parte della giovane generazione di grandi piloti sulla griglia di partenza ha qualcosa con cui Lewis non si è mai trovato a suo agio e su cui vuole puntare tutte le sue energie, ovvero l’aspetto simulativo. Aggiunge un sesto senso”.
”George è stato in grado di sfidarlo e di metterlo sotto pressione. Sarà un osso duro per Max Verstappen quando avrà la macchina giusta. Penso che per Lando Norris sia lo stesso, se ha la macchina giusta”.
Secondo Herbert, dunque, il simulatore avrebbe un effetto molto importante sulle prestazioni in pista. Non è un caso forse che molti dei grandi giovani piloti di oggi siano nati in un’epoca in cui la simulazione è uno degli elementi principali, data la scarsa disponibilità di effetturare test in pista come in passato.
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