La FIA avrebbe chiesto chiarimenti a Ferrari, Red Bull, Aston Martin e Mercedes in merito alle cosidette ”Non F1 activities” dei 4 top team per evitare che aggirino i costi del budget cap ed utilizzino tali attività per beneficiarne in Formula 1.
È corretto parlare di un nuovo possibile terremoto finanziario dopo lo scandalo dello scorso anno? Probabilmente si, anche se per motivi diversi rispetto al 2022. La FIA, infatti, avrebbe chiesto chiarimenti a Ferrari, Red Bull, Aston Martin e Mercedes in merito alle cosidette ”Non F1 activities” dei quattro top team per evitare che questi ultimi aggirino i costi del budget cap ed utilizzino tali attività per implementare nuove idee e tecnologie.
Rischio caso budget cap 2.0: FIA indaga su Ferrari, Red Bull, Aston Martin e Mercedes
A riportare la notizia della richiesta di chiarimenti da parte della FIA nei confronti delle quattro più importanti scuderie in F1 attualmente è la Gazzetta Dello Sport. La testata riporta infatti di una federazione che vorrebbe vederci chiaro, ed evitare che si ripeta un caso budget cap 2.0.
Lo scorso anno, infatti, sia Red Bull che Aston Martin vennero sanzionate per aver violato il tetto dei costi della stagione 2021. Il team di Milton Keynes venne multato con 7 milioni di dollari di multa ed una riduzione del 10% di ore da poter utilizzare in galleria del vento per aver infranto il limite di spesa. Aston Martin, invece, riuscì a cavarsela ”soltanto” con 450.000 dollari di multa per violazione procedurale.
L’introduzione recente della TD45 per regolamentare le ”Non F1 activities”
Poco tempo fa, la federazione ha emanato una direttiva, soprannominata TD45, allo scopo di regolamentare tutte quelle attività extra Formula 1 che non riguardano la progettazione, costruzione e sviluppo delle vetture. Più in generale, si parla di tutte quelle attività che non rientrano tra le voci del budget cap.
Tutti e 4 i top team citati utilizzano infatti dipartimenti esistenti o collaborano alla progettazione in altri sport, come ad esempio la vela ed il ciclismo nel caso di Mercedes e Red Bull. Le frecce d’argento, infatti, tramite lo sponsor Ineos, contribuiscono attivamente alla realizzazione dell’imbaracazione nella America’s cup. Red Bull, invece, aiuta Bmc nella realizzazione di biciclette professionistiche.
Anche la Ferrari, fresca di vittoria nella 24h di Le Mans nel WEC, sfrutta la sinergia tra il reparto GT e GES. Tali attività e collaborazioni potrebbero essere state utilizzate per apportare benefici sul fronte Formula 1, anche se ciò è ancora da dimostrare. È proprio per questo che la FIA ha voluto vederci meglio, chiedendo ulteriori spiegazioni in merito.
Attesi i risultati dei bilanci sul budget cap 2022 presentati dai team a Marzo
Tutti i team hanno consegnato i bilanci sul budget cap in merito all’annata 2022 nel mese di Marzo. Le documentazioni finanziarie si trovano tutt’ora al vaglio della Cost Cap administration, ovvero l’ente preposto dalla federazione affinchè controlli che i bilanci siano effettivamente in regola.
L’introduzione della TD45 ha anche lo scopo di evitare che le scuderie spostino personale da un reparto all’altro della stessa azienda. Spostamenti che potrebbero favorire attività a beneficio della Formula 1, ma aggirando i regolamenti finanziari.
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Lo scopo del budget cap, infatti, sin dalla sua introduzione, è stato far sì che il livello di competizione si livellasse col tempo, impedendo ai top team di spendere milioni e milioni a proprio piacimento. Nel 2022, il tetto venne fissato a 145 milioni. Quest’anno, invece, il budget è stato aumentato di 10 milioni. Il motivo è da ricercare nell’inflazione e nel raddoppio nel numero di sprint race in calendario.
Tra i costi inerenti al budget cap, invece, troviamo i costi di progettazione, costruzione e sviluppo delle monoposto. In aggiunta, troviamo i costi del personale e costi legati ad eventuali incidenti e pezzi di ricambio. L’esito dell’investigazione della FIA verrà reso noto entro la fine del mese. Da capire quindi se, anche quest’anno, assisteremo ad un nuovo polverone sui bilanci.
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