La questione track limits è tornata in auge nel weekend in Qatar, dopo le tantissime polemiche già scaturite nel GP d’Austria disputato sempre in questa stagione, ma un tempo i piloti andavano ben oltre i limiti della pista in qualifica.
La questione track limits è tornata in auge nel weekend in Qatar, dopo le tantissime polemiche già scaturite nel GP d’Austria disputato sempre in questa stagione, ma un tempo i piloti andavano ben oltre i limiti della pista in qualifica. È il caso ad esempio del giro valido per la pole che Michael Schumacher fece segnare nelle qualifiche a Zeltweg del 2003, nel quale il campione tedesco uscì letteralmente fuori pista in curva 1 ma senza ricevere alcun tempo cancellato.
Questione track limits in Formula 1: un tempo non esistevano tempi cancellati per pochi centimetri
La stagione 2023 verrà ricordata senza ombra di dubbio come una delle più controverse per quanto riguarda la tanto discussa questione track limits. Dopo già diverse gare di malcontento, il caso vero è proprio è scoppiato al nono round stagione in Austria, quando Aston Martin ha deciso di protestare a fine gara, obbligando la FIA a rivedere centinaia di episodi al limite.
In seguito al reclamo presentato dalla scuderia di Silverstone, i commissari hanno fatto fioccare penalità a raffica nei confronti di quasi mezza griglia, stravolgendo l’ordine di arrivo finale del gran premio a gara già terminata da un pezzo.
Come ben visibile nei circuiti di tutto il mondo, Formula è ormai sempre più restia all’utilizzo della ghiaia a contornare la pista, preferendo solitamente lunghe vie asfaltate e posizionando dei sensori sui cordoli che avvisano immediatamente la federazione ogni qualvolta un pilota supera i limiti prestabiliti.
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Ciò rappresenta un sistema meritocratico da un lato, in quanto la regola è uguale per tutti e i piloti sono ben consapevoli di non poter andare oltre la riga bianca. Dall’altro, però, quando si da un’occhiata ai tantissimi casi di tempi cancellati, sarebbe forse cosa buona e giusta iniziare a pensare ad una soluzione differente.
Proprio in Qatar, la federazione ha implementato una soluzione differente per arginare il problema, posizionando delle lastre di cemento delle dimensioni di un metro e mezzo per due metri in dei punti precisi del circuito di Losail.
Tale opzione, come abbiamo potuto osservare da entrambe le qualifiche, si è rivelata però decisamente fallimentare, ed ha inoltre sollevato un problema di sicurezza per quanto riguarda gli pneumatici. In seguito alle analisi condotte da Pirelli, infatti, la FIA si è vista costretta a rivedere i track limits in curva 12 e 13, ed a prendere, inoltre, ulteriori misure precauzionali in vista del gran premio.
Per porre fine al problema una volte per tutte, forse, sarebbe il caso di tornare alla ghiaia definitivamente, in quanto costituirebbe un disincentivo naturale per i piloti nell’andare oltre ai confini già dettati dai cordoli. Oppure, in alternativa, si potrebbe tornare a 20 anni fa, quando i controlli sui track limits erano decisamente meno fiscali rispetto ad oggi. Qui il link al giro pole di Schumacher nel 2003.
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