La tragedia sfiorata ieri in pit lane da Esteban Ocon nell’aver quasi investito i fotografi all’ultimo giro del GP di Baku è soltanto uno dei tanti episodi controversi in tempi recenti di cui la FIA è a suo malgrado la prima responsabile.
La tragedia sfiorata ieri in pit lane da Esteban Ocon nell’aver quasi investito i fotografi all’ultimo giro del GP di Baku è soltanto uno dei tanti episodi controversi in tempi recenti di cui la FIA è a sui malgrado responsabile, nonchè la prima da porre sul banco degli imputati. Se da un lato la federazione ha fatto e continua a fare molto sul fronte sicurezza, dall’altro, invece, episodi come quello di ieri mettono ancor più a dura prova la credibilità di uno sport che viene spesso deriso proprio per i motivi appena citati.
La tragedia sfiorata da Ocon a Baku è solo una delle tante contraddizioni: è ora che la FIA si svegli
Come affermato in precedenza, la federazione internazionale ha fatto tantissimo in questi anni in materia di sicurezza. Basti pensare alle tantissime tragedie evitate grazie all’introduzione dell’HALO a partire dal 2018. Oppure prendiamo lo spaventoso incidente di Zhou a Silverstone dello scorso anno. Crash dal quale il pilota ne uscì completamente indenne.
A compensare però negativamente le tante buone mosse fatte dalla FIA troviamo tanti episodi controversi e contraddittori, fortemente criticati da piloti ed addetti ai lavori, ai quali difficilmente è possibile fornire una spiegazione razionale.
Prendendo il caso di Ocon, ad esempio, tutti in pit lane erano consapevoli che il francese avrebbe dovuto effettuare ancora la propria sosta. Il francese aveva percorso l’intera distanza di gara senza aver cambiato le gomme come da regolamento. Era chiaro quindi che il pilota Alpine avrebbe dovuto fermarsi, pena la squalifica.
Eppure, nessuno sembra abbia prestato troppa attenzione a questo fattore. Il francese ha infatti dovuto inchiodare, per evitare di centrare in pieno i fotografi. Ocon ha inoltre espresso il desiderio di non voler più vedere episodi del genere in futuro.
Un caso estremamente simile è occorso in occasione del GP d’Australia dello scorso anno. Evento nel quale Albon effettuò la propria sosta all’ultimo giro, mentre ad alcune celebrità fu permesso di attraversare la pit lane senza alcun problema.
La tragedia sfiorata a Suzuka con Gasly lo scorso anno
Senza andare troppo indietro, sempre nel 2022 troviamo la scellerata decisione dei commissari di mandare in pista un mezzo di recupero a Suzuka sotto la pioggia, quando le vetture stavano ancora sfrecciando ad alta velocità. Anche in quel caso la tragedia venne solo sfiorata, con Gasly che passò ad oltre 200 km/h molto vicino al mezzo di soccorso.
L’episodio di Suzuka dello scorso anno evocò i fantasmi del tragico incidente di Bianchi nel 2014, sempre sulla stessa pista e nelle stesse condizioni. Il francese perse infatti la vita, andando a sbattere violentemente con il casco contro un trattore a bordo pista. Fu proprio con quella fatalità che la FIA iniziò a studiare un sistema protettivo per la testa del pilota.
Invece di fare in modo che quasi tragedie come quelle di Ocon e di Gasly non si verifichino più, la FIA preferisce spesso spendere il proprio tempo nel vietare determinate cose che, seppur rilevanti, rendono il tutto ridicolo quando ci troviamo di fronte a follie come quelle di ieri.
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Ricordiamo tutti, infatti, la saga infinita tra Hamilton e la federazione, la quale vietò ogni tipo di gioiello ed oggetto metallico sul corpo dei piloti in macchina, in quanto considerati pericolosi. Oppure la recente decisione di vietare i festeggiamenti al muretto, giudicati anch’essi poco sicuri.
Se tali avvenimenti vengono considerati pericolosi, allora perchè periodicamente continuiamo a vedere ancora follie totali in pista e fuori? Forse, anzichè investire tempo e risorse sul vietare le celebrazioni al muretto, la FIA dovrebbe rivedere un attimo la lista delle priorità sulla sicurezza in Formula 1.
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