Il team principal della RB Laurent Mekies ha messo tacere una volta per tutte i rumors secondo cui la VCARB01 sarebbe una fedele copia della RB19 della passata stagione
Dopo le due prime deludenti uscite stagionali della neonata Racing Bulls, la bolla mediatica attorno alla scuderia di Faenza si è decisamente sgonfiata. Alla vigilia del campionato, in molti si aspettavano una VCARB01 decisamente più competitiva rispetto a quanto visto in Bahrain e soprattutto a Jeddah, con Yuki Tsunoda e Daniel Ricciardo che hanno dovuto accontentarsi di concludere i primi due Gran Premi ben lontani dalla zona punti.
La presentazione della VCARB01 era stata accompagnata da forti polemiche, con la vettura sin da subito etichettata come una ‘copia’ della RB19 dello scorso anno, vincitrice di tutte le gare ed eccezione di Singapore.
Tornando sull’argomento in un’intervista concessa a motorsport.it, Laurent Mekies ha voluto affrontare chiudere il discorso una volta per tutte: “La nostra macchina non è la Red Bull dell’anno scorso, semplicemente non lo è. Se qualcuno ha voglia di analizzarla tecnicamente, lo vedrà ”.
”Tutti i nostri rivali, senza eccezione, hanno cercato di trovare ispirazione guardando la RB19, e anche noi, ma sappiamo dalla storia della Formula 1 che copiare non è qualcosa di insolito”.
”Lo vediamo anche oggi nel paddock: non ci sono due vetture identiche o quasi. Aggiungo che, dopo aver visto tutte le vetture nella pitlane, posso dire che visivamente la nostra è tra quelle che assomigliano meno alla RB19″.
“Nessuno alla Red Bull è interessato a giocare nelle zone grigie del regolamento, e fortunatamente per noi le regole sono molto chiare. Condividiamo alcuni componenti che il regolamento consente, così come metà della pitlane”.
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Il francese ha inoltre sfatato il mito secondo cui ereditare parte delle componenti dai team costruttori porti automaticamente a prestazioni migliori: “Non abbiamo visto una Williams in pole o una Haas sul podio. Questo perché i componenti condivisibili non includevano parti particolarmente significative in termini di prestazioni, concentrandosi invece su parti con un elevato rapporto tra sviluppo e costo”.
”Questi regolamenti miravano anche a favorire un nuovo modello di business, per offrire la possibilità a un team di Formula 1 di competere in pista senza essere obbligato a fare investimenti molto significativi in alcuni componenti, come le trasmissioni”.
Almeno per ora, però, la fantomatica sinergia sempre più stretta con la casa madre Red Bull non sta pagando a livello di risultati, con il team di Faenza che abbandonerà la galleria del vento di Bicester entro fine anno, per utilizzare la medesima utilizzata da Red Bull a Milton Keynes.
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