Frédéric Vasseur prende le difese di Max Verstappen, sulla “censura” della FIA in F1 il team principal Ferrari ha un’idea ben precisa.
Anche Frédéric Vasseur si schiera con Verstappen, sul caso “censura” FIA in F1 il team principal Ferrari prende le difese dell’olandese. La decisione di punire i piloti per turpiloquio fa discutere l’intero paddock: i colleghi del tre volte Campione del Mondo, primo ad incappare in una sanzione per questo motivo, prendono le sue difese, ma anche alcuni team principal si sono aperti sull’argomento.
È stato il caso del weekend, molto più discusso della giravolta della Federazione Internazionale sulla questione delle ali flessibili. Anzi, qualcuno, sia chiaro in malafede, potrebbe persino suggerire che sia stata messa in atto una funzionale opera di distrazione di massa: scostare lo sguardo del paddock dalle magagne regolamentari alla questione parolacce.
Il primo ad incappare in sanzione, manco a dirlo, è Max Verstappen. Il pilota olandese, reo di aver usato la famigerata “f-word“, è stato condannato ai lavori socialmente utili. Un fatto divenuto presto oggetto di battutine tra i suoi colleghi, che scelgono l’ironia per protestare contro la nuova misura adottata dalla FIA. A loro, poi, si sono uniti anche alcuni team principal.
Vasseur e Vowles stanno con Max Verstappen
A prendere le difese dell’olandese ci pensa Frédéric Vasseur: “Siamo l’unico sport al mondo che mette un microfono davanti la bocca dei ragazzi coinvolti – spiega il team principal Ferrari a DAZN – Se facessimo la stessa cosa in qualche altro sport… Penso sarebbe un errore chiedere ai piloti di esprimersi in modo educato al 100% quando sono in macchina: finiremmo per chiudere la radio e non sarebbe positivo“.
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All’ingegnere francese fa eco anche James Vowles, team principal Williams: “I piloti sono dei gladiatori, che mettono in gioco la loro stessa vita. Tutti noi, se dovessimo rischiare la vita, avremmo delle reazioni emotive. Dobbiamo essere attenti a non esagerare, preservare queste emozioni. Allo stesso tempo, se parliamo di un contesto esterno alla pista ed è controllabile, allora c’è bisogno di una discussione“.
Insomma, il punto sembra chiaro: non si può chiedere ai piloti di badare alle proprie parole quando sono in macchina, sarebbe un assurdo. Allo stesso modo, davanti ai microfoni, alle interviste, adottare un linguaggio più consono al grande pubblico potrebbe essere una scelta vincente.
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Foto Copertina: F1inGenerale