Pierre Wache, direttore tecnico della Red Bull, ha cercato di spiegare la carenza di prestazioni e il lento declino.
Red Bull non sta passando il migliore dei momenti, specialmente dopo un anno di dominio come il 2023. Nella giornata di ieri, Wheatley ha ufficialmente lasciato la Red Bull per approdare in Sauber (Audi dal 2026), evidenziando una continua perdita di uomini chiave. Dopo l’addio di Newey a maggio, il colpo Wheatley scardina ancor di più l’organigramma della squadra di Milton Keynes. Oltre agli uomini in uscita, Red Bull sta affrontando una carenza di prestazioni evidente, con Pierre Wache che ha provato a descrivere il lento declino.
Verstappen è riuscito a vincere 7 dei 14 appuntamenti in programma nella prima parte del 2024. Un buon risultato se si considera la competitività della griglia attualmente, ma pessimo in confronto con il 2023. Un fattore di cui è ben conscio anche Pierre Wache, direttore tecnico della Red Bull, che si appresta a prendere le redini di Newey dopo che avrà fatto ufficialmente le valigie verso il suo nuovo team. Consapevole del compito che lo aspetta, Wache non nasconde le difficoltà del momento e spiega, intervistato da Motorsport, il momento difficile in Red Bull.
Cordoli, non un problema nuovo in casa Red Bull
“Alcune cose si possono attribuire alla correlazione (tra la galleria del vento e le prove, ndr). La nostra galleria del vento è relativamente vecchia e, a causa della nostra posizione nel campionato, possiamo fare meno ore di prove. Il secondo fattore è il fatto che siamo al terzo anno dell’attuale regolamento. È logico che più le squadre sono vicine tra loro, meglio si interpretano i regolamenti”.
“All’inizio del 2022, la Ferrari aveva ancora la vettura più forte e nel 2023 ci aspettavamo un’opposizione molto più forte, che però non si è concretizzata. Contro le aspettative, questo è rimasto fuori anche nelle prime gare del 2024, ma poi, con un ritardo di circa 4-5 gare, le altre squadre si sono affiancate”.
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“Se si mantengono i regolamenti stabili abbastanza a lungo, si può quasi garantire che il campo sarà più vicino. Questo non significa che il tetto dello sviluppo sia stato raggiunto. Si può sempre trarre ispirazione dalle idee degli altri. Negli ultimi due anni, gli altri team hanno preso spunto soprattutto da noi. Ma è necessario che anche gli altri trovino le cose, per poter fare un altro passo”.
Wache ha poi sottolineato che la RB20 è un passo avanti rispetto alla RB19, ma lo step prestazionale è stato inferiore rispetto a quello degli avversari. “La vettura è senza dubbio migliore di quella dell’anno scorso, ma non abbiamo ottenuto i risultati sperati in tutti i settori”, ha detto Wache.
“Penso che siamo migliorati molto nelle curve a bassa e media velocità, ma d’altra parte non siamo bravi come l’anno scorso nelle curve veloci. E il “nuovo” problema dei cordoli? In realtà non sembra affatto nuovo. Era così anche l’anno scorso e non siamo riusciti a fare il passo atteso neanche in questo settore”, conclude Wache nella sua analisi.
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