Max Verstappen è un talento raro e grazie a Mirko Sguerzoni abbiamo avuto la possibilità di comprendere meglio il carattere dell’olandese.
Abbiamo raggiunto Mirko Sguerzoni, creatore dell’Intrepid Driver Program. Insieme a lui abbiamo percorso alcuni dei momenti più importanti del programma e i tanti piloti che sono passati dal team. Il tema più caldo affrontato è ovviamente legato a Max Verstappen, con Sguerzoni che ci ha raccontato del suo carattere unico e delle debolezze.
Cosa puoi dirci di Intrepid?
Tutto è nato da questa voglia di dare un valore aggiunto all’azienda. Oltre a produrre, abbiamo iniziato anche una vera e propria ricerca piloti supportata dai nostri dealer. Sostanzialmente li portiamo in sede, a gruppi di 8-10 piloti e vengono selezionati secondo determinati criteri. Capacità di guida, talento da pilota a livello fisico e livello mentale, ovviamente supportati da tecnici Red Bull e Ferrari. Da lì si crea una banca dati dove andiamo a selezionare quelli che hanno le attitudini più idonee per poter diventare un pilota emergente.
Carattere Verstappen Mirko Sguerzoni Intrepid Kart
Avendo scoperto tanti piloti che sono in F1 adesso e non solo, quale vi ha impressionato a primo impatto?
Assolutamente Verstappen in termini di talento puro, nel senso di velocità di recepire le cose e metterle in pratica. Nel racing è fondamentale il tempo di apprendimento e saper mettere in pratica. Molti piloti ascoltano, poi nel metterle in pratica c’è di mezzo il mare. Lui con estrema facilità riusciva a mettere tutto in pratica ed essere veloce. Poi ha un aspetto caratteriale molto freddo, quindi non si è mai fatto sovrastare né dall’ansia né da un pilota un po’ più esperto. Abbiamo vinto subito alla prima gara nell’esordio in KF2, nonostante ci fossero piloti con già qualche gara all’attivo. Poi in situazioni dove c’è da decidere in una frazione di secondo lui era determinante, un sorpasso decisivo all’ultimo giro o all’ultima curva dove la percentuale di rischio è altissima.
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Quindi una sorta di mix perfetto tra la velocità pura di Senna e il “calcolo” del “professore” Prost?
Direi proprio di sì, perché mantenendo la razionalità e la lucidità di quello che fa, sembra a volte essere un professore, nonostante non sia così. Però lo aiuta molto il talento, perché quando le cose vengono naturalmente tutto diventa più facile.
C’è un aneddoto particolare su Max?
Proprio in una gara, sempre all’esordio. Seconda o terza gara, lui fece il terzo o quarto tempo, poi nelle manche per la finale terzo o quarto, prefinale quarto, ma sempre vicinissimo ai primi, ovviamente. Lì lui mi chiese di non toccare niente perché aveva capito dove sbagliava e in finale ha cambiato traiettoria ed è andato a vincere con quaranta, cinquanta metri di vantaggio. Mi disse “Mirko, non toccare niente perché ho capito che sbagliavo io in due punti, devo cambiare modo di approccio nella curva” e così ha fatto. Al terzo giro andò in testa, poi mi ha fatto il segno col pollice ok e giocava sul go-kart. Addirittura si metteva a posto la tuta con una mano per far capire con che facilità e con che leggerezza guidava senza essere sotto pressione.
Avrà pur un punto debole?
Lui è veramente forte. Ok, fa fatica adesso, ma dobbiamo vedere dov’è il suo compagno di squadra onestamente. Dovesse affrontare un periodo di un anno con una macchina mediocre, lui si spegnerebbe come una candela. Questo perché non è più estremizzato a valorizzare le doti che ha, secondo il mio punto di vista. Lui ha sempre bisogno di essere al top, qualsiasi cosa fa è estremizzata non al buon risultato, ma a vincere.
Un carattere trasmesso dal padre, ce ne sono tante di storie a riguardo.
Il papà lo faceva girare a pressioni bassissime per fargli imparare, cosa che andava a 0.4, 0.3, 0.1 bar, roba incredibile nel go-kart, per farlo abituare. Perché voleva farlo abituare a soffrire per vincere, è cresciuto proprio con questa filosofia. Ce ne sono pochi con la rabbia dentro e la determinazione come lui. Temo che, se si troverà in difficoltà, la supremazia che vediamo oggi diventerà fragilità. Perché se l’abbiamo visto in qualche situazione dover rimontare, fa qualche errore, lui è abituato a imporre la supremazia, non è abituato a lottare.
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