Adrian Newey è ad un passo da Aston Martin, ma scoppia il caso sullo stipendio: pagato in azioni per evitare il budget cap della F1?
Adrian Newey sceglie Aston Martin per il suo futuro in F1, ma occhio al budget cap. Il team di Silverstone è ormai noto per le sue spese folli, dettate dalla volontà di ferro del boss Lawrence Stroll. Il miliardario canadese vuole vincere e, dopo già diverse stagioni nel Circus, vuole farlo subito. Il 2026 è cerchiato sui calendari, nel nuovissimo campus della scuderia: o la va o la spacca.
Nel dizionario della Formula 1, sotto la voce “determinazione“, compare il volto dall’espressione esperta e sicura di Lawrence Stroll. Arrivato nel Circus come l’ennesimo personaggio straricco dalle dubbie ambizioni, è riuscito, con il tempo, a far ricredere gli addetti ai lavori. Chi lo conosce, parla di lui come un vero appassionato del motorsport, con un vivo sogno nel cuore: vincere il Mondiale.
Per farlo, il miliardario canadese non sta badando a spese. La nuova fabbrica Aston Martin è un vero e proprio parco giochi per ingegneri, con tutti i giocattoli necessari per costruire delle monoposto di successo. Ma le infrastrutture servono a poco senza qualcuno in grado di usarle e Lawrence Stroll lo sa bene: in poche settimane è prima arrivato l’annuncio di Enrico Cardile e ora si attendere quello di Adrian Newey.
Aston Martin, budget cap e Adrian Newey
La domanda sorge spontanea, però: con un team tecnico composto da circa 400 dipendenti e tanti nomi altisonanti coinvolti, come fa Silverstone a rientrare nel budget cap? Se lo è chiesto Auto Motor und Sport, che ha analizzato l’organico Aston Martin: da Dan Fallows ad Eric Blandin, da Luca Furbatto ad Andy Cowell, passando dai nuovi arrivati Enrico Cardile e Adrian Newey.
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Una squadra di vere e proprie superstar che, però, hanno certamente un loro (alto) stipendio. Pur volendo tagliare i nuovi tre stipendi più alti, come da regolamento, altri tre – quelli della passata stagione – rientrano automaticamente nel conteggio. Se questi nomi non venissero tagliati dalla squadra, sarebbe lecito chiedersi come faccia Aston Martin a rispettare il tetto di spesa di 160 milioni di dollari.
La soluzione, secondo AMuS, potrebbe arrivare dai pacchetti azionari: dividere lo stipendio dei dipendenti più pagati tra denaro e azioni dovrebbe, almeno secondo l’attuale normativa legata al budget cap, risolvere il problema. Una pratica già diffusa nel mondo dell’industria e che Lawrence Stroll potrebbe rendere prassi anche in Formula 1. Per il momento si tratta di voci, certo, ma i punti interrogativi restano.
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Foto Copertina: Red Bull Content Pool