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F1 | Perché Red Bull è in crisi? Marko spiega i motivi delle difficoltà

Dopo aver perso la leadership nel mondiale costruttori, Helmut Marko ha avuto modo di spiegare cosa si nasconde dietro la crisi di casa Red Bull

Il GP dell’Azerbaijan è stata solo l’ultimo palcoscenico della crisi ormai sempre più netta della Red Bull: così, a tal proposito, Helmut Marko ha provato a fornire una spiegazione per questo declino. La scuderia campione del mondo, infatti, è dal GP di Spagna che non ottiene una vittoria.

Scenario impensabile all’inizio della stagione quando ci si aspettava che anche il 2024 avrebbe segnato un dominio della scuderia austriaca proprio come avvenuto nel 2023. Invece, gara dopo gara, la Red Bull si è rivelata essere sempre più debole e ora ha perso addirittura la leadership nel mondiale costruttori.

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Helmut Marko con Christian Horner – Foto: F1inGenerale

La crisi sta ovviamente colpendo anche Max Verstappen che, proprio a Baku, ha lamentato più volte di avere tra le mani una vettura difficile da guidare. Ormai, il tre volte campione del mondo fatica anche a trovare il podio e, appunto, dalla gara di Barcellona non ottiene una vittoria.

Le parole di Marko e il futuro in bilico di Verstappen

Helmut Marko ha individuato il principale motivo del declino nella perdita di figure di spicco della scuderia. Infatti, a stagione in corso, hanno detto addio alla Red Bull prima Adrian Newey e, in seguito, anche Rob Marshall e Dan Fallows.

Non dobbiamo dimenticare che alcuni dipendenti molto bravi ci hanno lasciato. Il successo suscita desiderio e ogni scuderia non può ricoprire sempre una posizione al vertice. Ci sono momenti e momenti. Bisogna accettare il fatto che altre squadre possano offrire a chi lavora nel paddock una posizione migliore con più soldi. Per noi, comunque, è importante assicurarci che la struttura resti unita” racconta Marko a Bild.


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Poi chiarisce anche la posizione di Verstappen e la possibilità che vada via dalla Red Bull. “Max ha un legame forte con la Red Bull, qui è cresciuto ed è diventato campione del mondo. Non metto assolutamente in dubbio la sua lealtà“.

Però, bisogna essere consapevoli delle proprie forze. “Non credo che un pilota come lui possa diventare come Fernando Alonso, fermo in F1 dopo i 40 anni. Credo che per lui sia importante avere una macchina molto competitiva. Non sarebbe assurdo se ora volesse una macchina che lo porti al successo il prima possibile” conclude poi il consulente della scuderia austriaca.

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