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F1 | Wurz, boss GPDA, sulla penalità di Verstappen: “Sono tutti arrabbiati” – GP Singapore

Il boss della GPDA Alexander Wurz ha commentato la recentissima penalità inflitta a Verstappen per le parolacce nel GP di Singapore.

La notizia del weekend, oltre alla modifica dell’ala McLaren imposta dalla FIA è il ban alle parolacce nei team radio e non solo. Un argomento che ha suscitato non poche polemiche all’interno del paddock. Una situazione che non è andata giù ad Alexander Wurz, capo della GPDA, sulla penalità giunta a Verstappen nel GP di Singapore.

La FIA, come sappiamo ha condannato Max Verstappen a lavori socialmente utili per aver utilizzato “fucked” durante la conferenza stampa. Parole che non rispettano lo spirito del motorsport e che hanno spinto la FIA a sanzionare l’olandese con “lavori socialmente utili”. Notizia che pare aver fatto molto scalpore all’interno del gruppo Whatsapp del sindacato dei piloti Formula 1 GPDA.

Intervenuto a ORF, Alexander Wurz, ex pilota di F1 e presidente del sindacato GPDA, ha parlato della situazione. “Nessuno nel gruppo WhatsApp della GPDA pensa che sia davvero bello. Naturalmente, tutti i piloti sono arrabbiati”.

I colleghi in attività di Wurz sembra proprio che non abbiano digerito la situazione emersa con la decisione della FIA. L’ex pilota ha chiarito che la FIA e il suo presidente non abbiano discusso questa linea dura sull’uso delle parolacce. “Sembra che siano usciti immediatamente con la decisione e abbiano imposto la sanzione”, con l’austriaco che si è detto sorpreso e che ciò sia “straordinario”.


Leggi anche: F1 | Verstappen commenta la situazione FIA e i “lavori socialmente utili” – VIDEO


Non che i piloti siano fondamentalmente contrari a riflettere sulla scelta delle parole: “Certo, bisogna stare attenti alla scelta del linguaggio. Ma di questi tempi è anche difficile per un pilota essere autentico ed essere chi vuole essere. È così che la Formula 1 è diventata così popolare, perché i piloti possono essere un po’ più simili a se stessi. Autentici, in altre parole. E lo mostrano sui social media. Questo include anche un linguaggio individuale, afferma Wurz.

Se il problema fossero le parole poco politically correct dei piloti, la soluzione potrebbe essere non trasmettere i team radio “coloriti”. Ne è convinto Wurz che afferma: “Ragazzi, FOM, FIA: voi controllate quali messaggi radio vengono trasmessi. Se pensate che questa scelta linguistica non vada bene, allora semplicemente non mandatela in onda”.

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