Nonostante la RB20 sia visivamente molto diversa rispetto alla monoposto della scorsa stagione, Adrian Newey preferisce continuare a non scomodare la parola rivoluzione
Dopo aver già impressionato alla presentazione e nei test, la RB20 ha confermato di essere ancora una volta la migliore monoposto del lotto in Bahrain, con Red Bull che ha centrato in scioltezza la prima doppietta stagionale. Particolarmente impressionante è stata la performance di Max Verstappen, che ha tagliato il traguardo con 22 secondi di vantaggio sul compagno di squadra, e 25 sulla Ferrari di Carlos Sainz.

La monoposto 2024 di casa Milton Keynes ha lasciato tutti con gli occhi strabuzzati per il suo essere estrema in diverse aree, e nonostante sia visivamente molto diversa rispetto alla RB19, Adrian Newey continua a ribadire che il progetto è in realtà la terza evoluzione della vettura di due anni fa.
”L’architettura di base della vettura è l’evoluzione di terza generazione di quella che era nata come RB18”, ha affermato il progettista inglese, ospite del podcast F1 Nation. “A parte i radiatori, che sono cambiati, la disposizione delle sospensioni anteriori e posteriori, il cambio, l’involucro, eccetera, sono la terza evoluzione della RB18”.
“Le parti visibili, che ovviamente hanno suscitato molta attenzione, sono state oggetto di guadagni aerodinamici, ma il cambiamento visivo è in realtà molto, molto più grande del cambiamento di prestazioni che si ottiene da questo. Ci sono altre parti molto più sottili, che la gente non ha notato, che sono probabilmente responsabili di un guadagno maggiore”.
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Nonostante una monoposto già pressoché perfetta nel 2023, capace di vincere ben 21 GP su 22, i tecnici di Milton Keynes sono riusciti comunque a mettere una pezza sui pochi punti deboli rimasti: “È questo l’obiettivo che abbiamo cercato di raggiungere: un’auto che sia ragionevolmente adatta a tutti i circuiti”.
“Credo che, in genere, l’anno scorso i circuiti su cui abbiamo avuto meno vantaggi sono stati quelli cittadini con la massima deportanza. A Singapore, ovviamente, abbiamo fatto notoriamente un po’ di confusione, non abbiamo ottenuto risultati all’altezza. Cedo che avremmo potuto sicuramente conquistare il podio se ci fossimo comportati meglio”.
“Ma è certamente vero che quei circuiti sono quelli su cui probabilmente abbiamo meno vantaggi, ma se non siamo disastrosi su di essi, allora forse dovrebbe essere sufficiente”.
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