Oliver Bearman ha riscontrato maggiori difficoltà nel superare l’esame della patente che adattarsi a guidare una vettura di Formula 1
Nonostante sia passata quasi una settimana dal GP d’Arabia Saudita, abbiamo ancora tutti negli occhi la straordinaria performance di Oliver Bearman, chiamato in extremis a sostituire un Carlos Sainz colpito da appendicite. Con soli 60 minuti di prove a disposizione per preparare il weekend, il giovane talento della Ferrari Driver Academy aveva già stupito in qualifica, rimanendo fuori dal Q3 per soli 36 millesimi.
Il vero capolavoro è arrivato però in gara, con l’inglesino che ha riscattato la beffa del Venerdì, centrando un insperato settimo posto al traguardo dopo aver gestito il distacco nei confronti della coppia Norris-Hamilton, gli unici due della parte alta della classifica ad aver adottato una strategia completamente differente rispetto ai rivali.
Eppure, se adattarsi alle incredibili velocità di una vettura di Formula 1, su un circuito estremamente veloce come quello di Jeddah, è sembrato quasi un gioco da ragazzi per il 18enne di Chelmsford, superare l’esame della patente si è rivelato un compito con più difficoltà del previsto.
Il pilota Ferrari è stato infatti costretto a ridare l’esame una seconda volta, dopo aver fallito il primo tentativo per un motivo alquanto bizzarro: “Mi ha contattato su Instagram perché vivo nel villaggio della sua famiglia”, ha spiegato David Currey al The Sun.
”Dalle sue foto ho capito che all’epoca fosse un pilota di F3. Abbiamo fatto la lezione nella sua BMW. Mi sentivo assolutamente sicuro, anche se non avevo i comandi a pedale”.
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“Non aveva superato l’esame in precedenza per un inconveniente al semaforo. Non sono sicuro che sia stato per aver passato il giallo. Forse non si è fermato, oppure potrebbe essere stato il modo in cui si è posizionato al semaforo”.
“Voglio dire, guida da quando era bambino. Era davvero educato e voleva solo imparare su come passare l’esame. Ha fatto un sacco di domande e sembrava un ragazzo con i piedi per terra, un ragazzo fantastico”.
Fortunatamente, il secondo tentativo è andato a buon fine come sperato: “Quando mi ha mandato un messaggio, in cui mi diceva che era stato promosso senza minori, gli ho scritto: ‘Ben fatto, ragazzo!’
“Oliver mi ha mandato una foto di lui e del suo attestato. Ho solo due o tre studenti all’anno che passano senza errori. Suo padre e la sua famiglia hanno tutto il merito. La sua prova su strada era solo una piccola parte, ma sono orgoglioso di averlo aiutato a superarla”.
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