Apparentemente, per la FIA è più grave proferire (e costa di più) una parolaccia in conferenza stampa che ripartire dopo una partenza abortita o modificare la pressione delle gomme prima del via.
Al di là dello stratosferico trionfo di Max Verstappen nel GP del Brasile, tornato alla vittoria dopo ben 10 gare di digiuno, quanto successo diverse ore dopo la fine della corsa di Interlagos è un qualcosa di inspiegabile e per certi versi inaccettabile.
Fermo restando che Lando Norris avrebbe dovuto essere penalizzato ancor prima del via effettivo del Gran Premio data la plateale infrazione commessa (essere ripartito dopo l’aborted start), la ”punizione” designata dagli stewards è alquanto illogica, considerando quanto accaduto pochi giorni prima con Charles Leclerc.
Il monegasco era infatti finito sotto investigazione per aver esclamato la F-word nella conferenza stampa al termine del GP del Messico, con la FIA però che, a differenza del pugno duro adottato con Max Verstappen una settimana prima, ha optato per una multa di 10.000 euro.
L’illogicità della FIA in Brasile
E a Norris? Mentre tutto il paddock attendeva una sanzione più o meno pesante, e che avrebbe probabilmente modificato l’ordine d’arrivo finale (e la classifica piloti e costruttori), la federazione ha graziato il britannico con ”soli” 5000 euro di multa e una reprimenda.
Apparentemente, quindi, in Formula 1 proferire una parolaccia in conferenza stampa è più grave che ripartire dopo una partenza abortita (nonostante il pannello ben esposto), violando il regolamento sportivo e con tutti i rischi legati alla sicurezza che avrebbero potuto scaturirne.
Inspiegabile anche la sanzione inflitta a Mercedes, con George Russell e Lewis Hamilton che sono riusciti ad evitare la squalifica nonostante i meccanici delle frecce d’argento avessero modificato la pressione delle gomme prima del via, cosa ovviamente non consentita dal regolamento.
Secondo la giustificazione fornita dai commissari, la ”FIA ha ammesso che, dato il breve preavviso, era estremamente difficile, se non impossibile, per le squadre seguire la procedura prescritta dalla direttiva tecnica”.
Un’altra spiegazione che fa acqua da tutte le parti, e che non rende giustizia a uno spettacolo in pista finalmente ritrovato e a una Formula 1 che meriterebbe una federazione allo stesso livello.
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