Secondo David Croft, Sergio Perez deve semplicemente accettare il fatto di essere un gregario all’interno di Red Bull come fu per Rubens Barrichello ai tempi del cavallino, anzichè cercare di provare a essere la prima guida del team alla Michael Schumacher.
Secondo David Croft, Sergio Perez deve semplicemente accettare il fatto di essere un gregario all’interno di Red Bull come fu per Rubens Barrichello ai tempi del cavallino, anzichè cercare di provare a essere la prima guida del team alla Michael Schumacher. Nonostante il divario abissale nei confronti del compagno di squadra Max Verstappen, la posizione del messicano risulta comunque vantaggiosa alla scuderia in termini di marketing e sponsor.
Perez deve accettare di essere un Barrichello in Red Bull per mantenere il sedile
“Tendo, e raramente lo dico, a concordare con Helmut Marko su questo punto, secondo il quale i problemi di Sergio sono iniziati quando ha pensato di poter diventare campione del mondo”, ha dichiarato Croft in seguito alle dichiarazioni dell’austriaco su Perez poco tempo fa.
Secondo Marko, infatti, l’essersi svegliato dal sogno iridato non potrà altro che far bene al pilota messicano, reduce dall’enorme pressione di dover performare alla pari di un fuoriclasse unico nel suo genere come Max Verstappen.
“Pensava di poter vincere il mondiale”, prosegue il britannico. ”A Miami, a sei punti da Max, partiva in pole position e credo che questo lo abbia un po’ distrutto. Poi, la volta successiva, a Monaco, dove si è schiantato in Q1, ha assolutamente distrutto Checo”.
“Penso che se tornerà dopo la pausa estiva felice di accettare di far da secondo a Max, di accettare che fare il secondo pilota è ciò che la Red Bull ha bisogno di lui, e che è un buon posto dove stare e migliore di altri 18 piloti sulla griglia, Checo starà assolutamente bene”.
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Proseguendo con l’analisi sulla line up piloti in Red Bull, Karun Chandok ha paragonato Perez all’ex compagno di squadra di Michael Schumacher, ovvero Rubens Barrichello, con quest’ultimo che accettò a malincuore di fare da guardaspalle al tedesco nel periodo di dominio Ferrari.
“È come la situazione che si è creata alla Ferrari con Michael, Eddie e Rubens. Rubens è arrivato nel 2000 aspettandosi di essere al fianco di Michael, di essere un suo pari e di competere con lui. Ha capito subito però che non sarebbe stato così e ha passato cinque anni di frustrazione”.
”Irvine, al contrario, è andato lì sapendo che non sarebbe stato così e ha pensato: “Se riuscissi ad arrivare a meno di tre punti da Michael, sarebbe fantastico. Diventerò un pilota Ferrari e la vita sarà bella. Credo che abbia guadagnato un sacco di soldi e che abbia vissuto una vita più felice in quel periodo”.
“Quindi penso che a un certo punto, Checo debba accettare di trovarsi di fronte ad uno dei più grandi piloti a livello di talento naturale che si siano mai seduti su una macchina di Formula 1″.
Perez può comunque essere importante a livello di sponsor per Red Bull
”Deve arrivare secondo se Verstappen vince la gara. Oppure, a volte, cogliere l’occasione per batterlo. Sappiamo che può farlo”, ha aggiunto Croft. “Ma deve rendersi conto di essere un Rubens. Non è Eddie Irvine. Non è un Michael Schumacher”.
“Checo aiuta a vendere molte lattine di Red Bull. Porta un sacco di soldi di sponsorizzazione alla squadra, il che è importante anche in questi tempi di budget ridotti. Ma questo non lo salverà se i suoi risultati non saranno all’altezza delle aspettative della Red Bull.
”Qualcosa come il 65% di tutto il merchandising online della Red Bull F1 viene venduto in Messico, il che dimostra il valore commerciale di Checo. Ma questo non lo salverà”.
Alla ripresa dalla pausa estiva, saranno 125 i punti di distacco tra Perez e Verstappen. Provare a rimontare l’olandese sarà ovviamente un’impresa praticamente impossibile. Per Checo, però, sarà cruciale mantenere perlomeno il secondo posto in campionato, e sperare che basti per confermare il proprio sedile anche nel 2024.
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