Il nuovo piano d’azione per l’automotive non cambia gli obiettivi UE: le elettriche festeggiano, ma per l’industria serve altro
L’UE svela il nuovo Piano d’azione per l’automotive: i produttori di elettriche fanno festa. Gli obiettivi dell’Europa non cambiano, che resta salda nello stop ai veicoli a benzina e diesel fissato al 2035. Certo, si scioglie il nodo legato alle multe sulle emissioni, ma per l’industria “serve ben altro“, come sottolinea Guido Guidesi, presidente dell’Automotive Regions Alliance.

Il grande giorno è arrivato. Il 5 marzo è stato presentato l’atteso Piano d’azione per l’automotive, il cui scopo è quello di far fronte alle crescenti pressioni dei Paesi membri e dell’industria. La crisi del mercato ha convinto la Commissione Europea a scendere a patti con i rappresentanti dell’automobile, in un tavolo di lavoro durato più di un mese.
Le misure annunciate sono un buon segnale, ma resta deluso chi sperava in un cambio di passo più netto. L’Unione Europea si conferma salda nei propri principi, anche per dare “certezza” al mercato e non scontentare chi, ormai da anni, punta fortemente sull’elettrico. Resta la famigerata data del 2035, così come restano anche le multe, seppur basate su limiti più flessibili.
Dalle multe ai biocarburanti: cosa piace e cosa no del Piano d’azione per l’automotive
Dicevamo, resta lo stop ai veicoli a benzina e diesel entro il 2035. Una misura che serve a dare una chiara direzione al Vecchio Continente, dice Ursula Von der Leyen, che però offre più respiro per quanto riguarda le multe: “Proporrò questo mese un emendamento mirato al regolamento sugli standard di CO2 per dare alle aziende tre anni“, annuncia la presidente della Commissione Europea.
Le emissioni medie delle vendite di nuovi veicoli verranno calcolate su una media di tre anni, tra il 2025 e il 2027. Una stima più flessibile, che però dovrà passare al vaglio del Parlamento e degli Stati Membri. Una scelta pragmatica, secondo Von der Leyen, che serve a concedere “respiro all’industria” automotive europea.
I grandi assenti del Piano d’azione per l’automotive sono e-fuel e biocarburanti. Come sottolineato da Quattroruote.it, nella documentazione messa a disposizione dalla Commissione Europa non si fa menzione a deroghe oltre il 2035. Tuttavia, l’accelerazione alla revisione dei regolamenti, anticipata alla fine del 2025, potrebbe aprire loro uno spiraglio. La Germania continua a far pressioni, in questo senso.
Un Piano, tanti capitoli diversi
In realtà il Piano d’azione per l’automotive è lungo e articolato. Per quanto non si parli di incentivi “paneuropei”, l’obiettivo è quello di favorire i finanziamenti da fondi UE esistenti. Si ricerca uno stimolo all’acquisto di nuovi veicoli elettrici, anche da parte delle grandi aziende. L’elettrificazione delle flotte aziendali è infatti un punto cruciale, raggiungibile anche tramite riforma dei regimi fiscali.
La Commissione Europea si impegna, inoltre, nel potenziare la rete di ricarica del Vecchio Continente, passaggio fondamentale per promuovere l’elettrico. Arriveranno altri finanziamenti, nonché una “raccomandazione sulla povertà dei trasporti” per promuovere: “l’adozione di regimi di leasing sociale per i veicoli nuovi e usati a zero emissioni” (Quattroruote.it).
Le reazioni del Governo italiano al Piano d’azione per l’automotive
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, festeggia: “La commissione europea dà ragione all’Italia“, per quanto riguarda i cambiamenti al calcolo delle multe sulle emissioni. Gioia condivisa da Giorgia Meloni, che ritiene si tratti di una “grande vittoria“, che accoglie le richieste di gran parte d’Europa. Più critico Matteo Salvini, che vorrebbe eliminare lo stop a diesel e benzina.
Foto Copertina: Ursula Von der Leyen via X