EditorialiFormula 1

Risse, fischi e piloti costretti a giustificare le ingiurie: la F1 è davvero sostenibile?

In Messico un incolpevole Leclerc è “costretto” a giustificare il pubblico irrispettoso: dalle risse ai fischi, è questa l’evoluzione della F1 da perseguire?

A Città del Messico il contorno è accattivante quanto incandescente: l’attesa per Perez si sgonfia traumaticamente dopo 800 metri di gran premio. Neanche i restanti 70 giri, spezzati da una bandiera rossa, hanno affievolito gli animi ribollenti del pubblico in Messico che non ha impiegato molto per condannare un incolpevole Leclerc al bagno di fischi, stendendo un velo d’imbarazzo sulla F1.

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Tifo irrispettoso e fischi in Messico: Leclerc giustifica il pubblico. -Foto: Mario Renzi 

Sento tanti ‘buu’. Al pubblico dico: non potevo andare da nessuna parte, mi sono trovato in mezzo alle Red Bull e purtroppo ho colpito Checo”. Le risposte di Leclerc agli spettatori assiepati sugli spalti dell’autodromo fanno il paio con le improbabili giustificazioni fornite a Sky:In queste situazioni provo sempre a mettermi nei loro panni. Capisco completamente la delusione, i fan hanno così tanta passione e hanno voglia di vedere Checo fare bene. Hanno aspettato questo momento tutto l’anno e alla prima curva la gara di Checo è finita”.

Nel post-gara in Messico il pilota della Ferrari ha dovuto destreggiarsi tra i fischi. Una grande parte delle parole spese da Leclerc, una volta sceso dalla vettura, hanno tentato di giustificare l’atteggiamento irrispettoso degli spettatori coinvolti. Charles ha mostrato empatia, un sentimento sincero il suo, nei confronti di un pubblico che, probabilmente, di empatia ne avrebbe meritata un pizzico meno, non avendo – peraltro – il monegasco neanche avuto colpa alcuna nel contatto con Perez.


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La superflua ed ingiustificata “giustificazione” di Leclerc fa parte di un processo di normalizzazione e interiorizzazione di determinati fenomeni dei quali la F1 sembra sempre più sgradito palcoscenico. Perché se da una parte è chiaro che il pubblico messicano non abbia offerto il meglio di sé questo weekend, è altresì oggettivo che spiacevoli quando non incresciosi e simili episodi abbiano caratterizzato anche altre corse nel recente passato.

Tali episodi si potrebbero ascrivere ad una F1 in imponente espansione. Il cambiamento e l’ampliamento della maggiore categoria del motorsport è grande, e come ogni grande cambiamento porta con sé pregi e difetti. Gli ultimi anni hanno certamente portato innumerevoli nuovi clienti alla Formula 1, i quali tuttavia si distinguono più per quantità che per qualità.

Questa è una responsabilità di chi la F1 la organizza e la amministra. L’impressione è che improntare lo sviluppo della “fanbase” della F1 sulla ricerca di un pubblico “sprint” ed una platea “cinematografica” orientata al consumo e senza una reale cultura del motorsport – e dello sport in generale – possa non essere la soluzione più sostenibile per lo sport sul lungo periodo.

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