Dopo il ritorno avvenuto nel 2018 con una gran mossa di marketing del compianto Sergio Marchionne torna in F1 dopo un’assenza di 8 anni (Belgio 2011) un italiano in griglia, spinto sempre dal compianto CEO Ferrari. Il 2019 vedrà infatti schierato in griglia sulla Sauber Alfa Romeo Antonio Giovinazzi. Il giovane di scuola Ferrari, classe 1993 debutterà nella massima serie dopo diverse esperienze con le monoposto, andiamo a vederle: Fellon
Nel 2013 partecipa alla F3 europea chiudendo la stagione in 17° posizione e in F3 britannica chiudendo al secondo posto in categoria. Nel 2014 viene ingaggiato dal team Carlin lo ingaggia sempre per la formula 3, dove grazie alla nuova monoposto riuscirà a piazzarsi sesto a fine anno. Ma solo nel 2015 mostrerà tutto il suo potenziale arrivando secondo in campionato. Il 2016 segna il salto di qualità: correrà in F2 con il team Prema, dove troverà come compagno di squadra Pierre Gasly che vincerà il campionato. Il pilota italiano dovrà accontentarsi dell’ennesimo secondo posto. Il 2017 è l’anno senza sedile per Giovinazzi che correrà però i primi 2 appuntamenti stagionali con la Sauber a causa dell’infortunio di Wehrlein . Scarsi saranno i risultati: 12° in Australia e a muro sia in qualifica che in gara in Cina. Nel 2018 invece, oltre le molte presenze con la Sauber nelle prove libere, di rilevante ci sarà solo l’annuncio per il 2019.
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Ecco il curriculum vitae del pilota pugliese neoacquisto della F1. Merita davvero un posto nella massima serie? Parliamo di un pilota che non ha mai vinto un campionato, sicuramente ha dimostrato il suo talento oltre che nelle formule anche nel WEC e in categorie per prototipi, ma sempre senza vincere. Sicuramente è stato un espediente di marketing, sia da parte Ferrari che riporta il tricolore in F1, sia da parte dell’ ACI che ha accompagnato il pilota nella sua carriera. Antonio ha come merito il solo essere italiano al momento giusto. Sarà un anno difficile il 2019 in confronto con Raikkonen, campione del mondo e idolo dei tifosi in rosso. La F1 perde colpi in Italia, sia per quanto riguarda gli ascolti, che gli incassi. Giovinazzi fa comodo sia al pubblico che al marchio. Perché Giovinazzi e non Wehrlein che ha dimostrato tanto nel 2017 con una monoposto molto inferiore? Semplice, Antonio fa vendere, Wehrlein no.
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