Secondo ulteriori indiscrezioni provenienti dalla Germania, la guerra civile in Red Bull tra Helmut Marko e Christian Horner, seppur smentita da entrambe le parti, coinvolgerebbe altre figure, tra cui lo stesso Max Verstappen.
Secondo ulteriori indiscrezioni provenienti dalla Germania, la guerra civile in Red Bull tra Helmut Marko e Christian Horner, seppur smentita da entrambe le parti, coinvolgerebbe altre figure, tra cui lo stesso Max Verstappen. Un clima tutt’altro che sereno dunque a Milton Keynes, nonostante il doppio titolo conquistato in una stagione pressoché perfetta per gli austriaci, con le tensioni ai piani alti che potrebbero presto tramutarsi in un terremoto dirigenziale.
Tensioni tra Horner e Marko in Red Bull: AlphaTauri uno dei principali motivi
Come raccontato negli scorsi giorni dalla testata brasiliana GE.globo, Helmut Marko sarebbe a forte rischio licenziamento, in primis a causa delle tensioni sempre più accese con il team principal della scuderia di Milton Keynes.
La guerra intrapresa da Horner deriverebbe dalla volontà di ottenere il potere totale nel ramo Formula 1 del team di Milton Keynes. Ciò significherebbe avere il pieno controllo anche su AlphaTauri, sull’accademy Red Bull e sulla gestione dei talenti del vivaio, attualmente in mano al consulente austriaco.
Nonostante la scomparsa di Dietrich Mateschitz e la nomina del nuovo CEO Oliver Mintzlaff, Marko ha continuato a ricoprire i medesimi incarichi, come da volontà dell’ex patron Red Bull.
Il piano di Horner passa da Chalerm Yoovidhya
Secondo quanto riportato dalla testata tedesca f1.insider.com, lo stesso Horner avrebbe approfittato del vuoto di potere lasciato dalla morte di Mateschitz per entrare nelle grazie di Chalerm Yoovidhya, azionista thailandese di maggioranza, il quale possiede il 51% delle quote societarie del team.
Una volta ottenuta la fiducia di Yoovidhya, Horner avrebbe manifestato la volontà di ingaggiare Bradley Lord, attuale direttore delle comunicazioni Mercedes al posto dell’uscente Franz Tost in AlphaTauri. Sfumata la trattativa, però, il britannico è riuscito a piazzare un altro dei suoi fedeli a capo del team di Faenza, ovvero Peter Bayer.
Nei piani di Horner, l’ex FIA avrebbe dovuto occuparsi in toto della gestione della scuderia minore, mentre Marko si sarebbe impuntato per affiancargli anche un’altra figura che curasse il lato sportivo. Da qui la decisione di nominare Laurent Mekies come nuovo team principal, con il francese che ha detto addio a Ferrari pochi mesi fa.
Sempre secondo i colleghi tedeschi, Horner avrebbe ripetutamente lanciato frecciatine all’austriaco, soprattutto alla stampa britannica, lasciando intendere che Marko non godesse più della fiducia dei thailandesi e della nuova dirigenza della Red Bull, manifestando dunque l’intenzione di sbarazzarsi dell’austriaco. Tuttavia, sembrerebbe che Mintzlaff abbia rinnovato la propria fiducia al nativo di Graz.
Marko ribadisce ulteriormente la propria posizione
“Le voci su un mio imminente addio? Non idea da dove vengano”, ha smentito l’austriaco in modo alquanto stizzito ai colleghi di OE24 due giorni fa. “Non c’è nessun vertice, ho un contratto fino alla fine dell’anno prossimo. Quando e come smetterò, quando sarà finita, lo deciderò io e non, ad esempio, il signor Horner”.
“Recentemente ci sono state molte speculazioni sulla stampa che non dovrebbero essere prese sul serio”, ha rincarato la dose in un secondo momento. ”Dovremmo tutti mantenere la calma e pensare al nostro core business. Questo è sport e non politica”.
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”Vogliamo ancora assicurarci il secondo posto con Sergio Perez. Dipende da lui, perché riceve da noi la macchina per farlo. Per quanto riguarda me, ho un contratto con la Red Bull fino alla fine del prossimo anno, dopodiché vedremo. Ma dipende da me se e come le cose continueranno. Di recente ho ricevuto molto sostegno e questo mi ha reso molto felice”.
Infine, un altro motivo che terrebbe Red Bull sotto scacco, ed in particolare Horner, sarebbe proprio il legame tra Marko e Max Verstappen, quest’ultimo lanciato in F1 dall’austriaco a soli 17 anni, per poi ricevere la promozione a Milton Keynes l’anno seguente.
Il tre volte campione del mondo avrebbe messo infatti le cose bene in chiaro sia con Mintzlaff che con Yoovidhya: qualora Marko dovesse seriamente perdere il posto, anche lui saluterebbe la compagine austriaca.
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