Sergio Perez ha preso in esame l’incidente di George Russell all’ultimo giro del GP di Singapore come esempio per far valere la tesi secondo la quale i media si sarebbero accaniti contro di lui quest’anno a causa della sua nazionalità.
Sergio Perez ha preso in esame l’incidente di George Russell all’ultimo giro del GP di Singapore come esempio per far valere la tesi secondo la quale i media si sarebbero accaniti contro di lui quest’anno a causa della sua nazionalità. Secondo il messicano, infatti, qualora lo stesso episodio fosse capitato a lui in Red Bull, la reazione della stampa sarebbe stata ben diversa rispetto a quanto mostrato nei confronti del britannico.

Perez discriminato per la sua nazionalità: il messicano cita l’esempio dell’incidente di Russell a Singapore
“L’abbiamo visto con Russell”, ha dichiarato Perez con tono polemico al quotidiano spagnolo Marca. “È precipitato dalla terza all’ultima posizione all’ultimo giro, ma nessuno ne ha parlato. Se una cosa del genere accadesse in Red Bull, hai subito trecento emittenti e giornalisti sul collo che ti dicono che devi andartene”.
“Questo genere di cose accade spesso in Formula 1. È così che funziona in un contesto di squadra. Inoltre, ho la sensazione che, anche il fatto che io sia messicano, abbia una grande influenza”.
Le parole del pilota Red Bull lasciano pochi dubbi sul riferimento alla bufera mediatica scoppiata poche settimane fa, quando Helmut Marko si espresse con affermazioni razziste nei confronti della sua terra d’origine.
“È sudamericano. La sua testa non è completamente concentrata come quella di Verstappen o Vettel”, aveva affermato l’austriaco, facendo scoppiare il caos. Poco dopo arrivarono le scuse pubbliche del consulente Red Bull, anche se, forse, servirono soltanto ad alimentare ulteriormente le polemiche.
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Il gran premio successivo, Perez colse la palla al balzo per commentare quanto successo, accettando a malincuore le scuse di Marko: “Ho avuto una conversazione privata con lui e si è scusato. Questa per me è stata la cosa principale. Siamo andati avanti.”
”Non intendeva dire così. Ho accettato le sue scuse. Non me la sono presa per niente sul personale. Diciamo che se quei commenti fossero stati detti sotto un’altra prospettiva, allora sarebbe diverso. Ma per me, le cose stanno così. Non ho preso quelle parole sul personale.”
Il nativo di Guadalajara si trova forse nel momento più difficile della sua carriera, essendo costretto ad incassare le pesanti critiche dei media e della stessa Red Bull, e prendendo al contempo degli sberloni micidiali in pista dal compagno di squadra.
In un clima del genere, seppur le sue prestazioni restino comunque ingiustificabili, infilarsi il casco e scendere in pista per fare semplicemente il proprio lavoro non diventa affatto un’impresa semplice.
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