Toto Wolff ha rivissuto il momento in cui Mercedes ha posto le basi per l’incredibile dominio che avrebbe avuto dal 2014 in poi
Dopo aver rilevato le quote di BrawnGP a fine 2009, le aspettative erano altissime sul ritorno di Mercedes in Formula 1, dopo che la casa tedesca aveva deciso di ritirarsi nel 1955 in seguito alla tragedia di Le Mans. Tuttavia, i risultati nei primi tre anni furono decisamente insoddisfacenti, tanto da portare Michael Schumacher e Ross Brawn a lasciare il team. Al posto di quest’ultimo fu scelto Toto Wolff, che dalla Williams mise le basi nel 2013 per l’incredibile dominio che Mercedes avrebbe avuto dal 2014 in poi.

L’impero Mercedes costruito da Wolff
Come appena accennato, dal 2010 al 2012 Mercedes recitò solamente il ruolo di attrice non protagonista, con Ferrari, Red Bull e McLaren a contendersi le vittorie, mentre la scuderia di Brackley concluse al quarto posto nei primi due anni, e addirittura a quinto nel 2012, scavalcata anche dalla sorpresa Lotus.
Una prima inversione di tendenza si ebbe nel 2013, con Mercedes che ottenne tre vittorie nell’anno di maggior dominio di Sebastian Vettel, chiudendo il mondiale al secondo posto dietro Red Bull.
Un esito comunque non soddisfacente, considerando il grande budget a disposizione: “Quando arrivai in Mercedes dissi loro: “Io sono alla Williams con lo stesso budget e le mie aspettative sono di arrivare tra i primi sei, mentre voi avete lo stesso budget e le vostre aspettative sono di diventare campioni del mondo”. È questo che non va”, racconta Toto Wolff nel libro F1 Racing Confidential.
“Erano molto arrabbiati, ma io dissi ‘non sparate al bersaglio’ e quando sono arrivato dissi alla Mercedes che dovevo avere lo stesso budget dei nostri principali concorrenti, Ferrari e Red Bull”.
”Non vi garantisco che questo ci farà vincere il campionato, ma posso garantirvi che se non ce lo date non lo vincerete. Quello fu il momento decisivo e il consiglio disse ‘dimmi di cosa hai bisogno’.
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La richiesta di Wolff venne ascoltata in tutto e per tutto, con Mercedes che si presentò al via della stagione 2014 con una monoposto nettamente piu competitiva della concorrenza, arrivando a vincere otto titoli costruttori consecutivi.
“Prima di arrivare, Brackley – perché io li chiamavo Team Brackley – era una squadra di sopravvissuti, perché erano sopravvissuti alla Honda, alla Brawn e al passaggio alla Mercedes in quegli anni, quindi erano dei sopravvissuti”, ha aggiunto l’austriaco.
“Non c’era però il senso di squadra che io pensavo dovesse avere, ma c’era un gruppo molto forte che era lì da molto tempo e con molta esperienza. Ho cercato di implementare la coerenza e i valori della squadra, la giusta mentalità, la responsabilizzazione e una cultura senza colpevolizzazione. Ero totalmente coinvolto in ogni decisione, sia tecnica che commerciale”.
“Ho sempre avuto rapporti di lunga durata e sapevo che se avessi preso la decisione, sarebbe stata una decisione per la vita. Non sarebbe più stato un semplice investimento, perché ho capito che la F1 è la mia nicchia e che amo quello che faccio”.
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