Un anno dopo il pirotecnico finale nel GP di Jerez 1997 contro Jacques Villeuneve, Michael Schumacher fu indagato per coercizione e tentato omicidio per la manovra intentata nei confronti del canadese
Gli appassionati di Formula 1 (ed in particolare i tifosi Ferrari) ricordano il famigerato GP di Jerez, tappa decisiva per l’assegnazione del titolo 1997 tra Jacques Villenueve e Michael Schumacher, al suo secondo anno alla corte di Maranello. A 22 giri dal termine, il canadese provò un attacco all’interno sul tedesco. Quest’ultimo, però, sterzò deliberatamente contro la Williams, nel tentativo di replicare Adelaide 1994 e conquistare il primo titolo in Ferrari.
Tuttavia, Schumacher fece male i conti, finendo in ghiaia e abbandonando lì i sogni di gloria. Villenueve, invece, riuscì a concludere il GP al terzo posto, conquistando il primo e unico mondiale della sua carriera. Michael venne ferocemente criticato dalla stampa (sopratutto italiana e tedesca) per la sua condotta di gara. Quella manovra fece talmente scalpore da indurre la FIA ad estrometterlo dalla classifica finale, squalificandolo dal campionato.
La federazione stabilì che ”le azioni di Schumacher furono deliberate ma non premeditate”, permettendogli perlomeno di mantenere le vittorie, le pole positions ed i podi conquistati. Ferrari, invece, riuscì a mantenere il secondo posto nei costruttori.

Schumacher accusato di tentato omicidio
Passata la bufera mediatica, lo scandalo sembrava ormai rientrato, con Schumacher e Ferrari già con lo sguardo rivolto alla stagione 1998. Quell’anno, il Kaiser arrivò nuovamente a giocarsi il titolo fino alla fine, perdendo però ancora una volta contro la McLaren di Mika Hakkinen.
Tuttavia, due mesi dopo il finale di Jerez, precisamente il 6 Gennaio 1998, i procuratori tedeschi iniziarono a valutare la possibilità di avviare un procedimento penale contro Schumacher, proprio per la manovra intentata nei confronti di Villenueve. L’accusa fu pesantissima: coercizione e persino di tentato omicidio.
L’ufficio del procuratore di Stato di Colonia, diretto da Hans Bernhard Jansen del dipartimento per i crimini capitali, spiegò: “Abbiamo ricevuto una denuncia scritta da un cittadino tedesco di Francoforte. Chiedeva alla Procura di Stato di verificare se l’azione di Schumacher fosse punibile. Prenderemo una decisione molto presto”.
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Chiaramente, la denuncia portò ad un nulla di fatto, con Jansen che scagionò Schumacher dalle accuse: “Un’indagine sul comportamento di Schumacher non ha rivelato che sia stato commesso alcun atto criminale”.
Lo stesso Schumi, poco dopo, ammise di aver commesso un grave errore a Jerez quel giorno: “Sono umano come tutti gli altri. Purtroppo ho commesso un errore. Non ne faccio molti, ma questa volta l’ho fatto”.
I media dimenticarono ben presto il fattaccio, con Schumacher che riuscì a vincere il tanto agognato primo titolo in rosso nel 2000. Il tedesco ebbe la meglio sempre contro il binomio Hakkinen-McLaren, riportando il mondiale a Maranello dopo ben ventuno anni.
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