Valtteri Bottas ha confessato recentemente di aver sofferto di un disturbo alimentare nel 2013. Inoltre, ha raccontato dell’impatto psicologico subito a causa della scomparsa di Jules Bianchi e delle pesanti critiche in Mercedes.
Agli albori della sua carriera in Formula 1, Valtteri Bottas ha confessato recentemente di aver sofferto di un disturbo alimentare nel 2013, anno del suo debutto in Formula 1 con la Williams. Il team di Groove, infatti, chiese al finlandese di perdere 5 kg ritenuti eccessivi, sottoponendolo ad uno sforzo fisico e mentale importante. Bottas racconta che a causa di tale dimagrimento forzato, ha sofferto di un disturbo alimentare che lo ha messo a dura prova. Inoltre, il pilota Alfa Romeo ha parlato della scomparsa di Jules Bianchi e delle pesanti critiche nel periodo Mercedes.
Bottas si confessa riguardo al disturbo alimentare che lo ha afflitto nel 2013
“Mi sono allenato fino al dolore fisico e mentale. La cosa mi è sfuggita di mano e ha finito per diventare una dipendenza. Non mi è stato diagnosticato ufficialmente un disturbo alimentare, ma era sicuramente presente. Non ero molto in salute, volevo il meglio e pensavo di doverlo fare. Il team mi ha chiesto di pesare 68 kg e io ne ho pesavo 73″, ha ammesso Bottas in un’intervista con Maria Veitola.
Il primo anno in Formula 1 per Bottas fu abbastanza positivo. Sebbene non disponesse di una vettura competitiva, il finlandese chiuse la stagione al 17esimo posto, con un ottavo posto come miglior risultato. Inoltre, l’ex pilota Mercedes brillò particolarmente nelle qualifiche del canada nel 2013, conquistando un clamoroso ingresso in Q3 sul bagnato.
Oltre all’esperienza traumatica del 2013, Bottas ammette che anche la scomparsa di Jules Bianchi ebbe un impatto sulla sua salute psicofisica, al punto da dover chiedere aiuto ad uno psicologo. Anche il 2021 ha rappresentato un anno decisivo per la sua carriera, quando le critiche sui suoi risultati impietosi contro Hamilton erano all’ordine del giorno.
Leggi anche: F1 | Ferrari – UFFICIALE: Sarà SF-23 il nome della nuova rossa 2023
“Avevo bisogno di uno psicologo che mi aiutasse a riprendermi. La sua prima impressione su di me fu che ero quasi un robot che voleva raggiungere i suoi obiettivi e non aveva alcun sentimento. Ha colto nel segno, la verità è che in quel momento non avevo una vita oltre la Formula 1″.
Infine, il finalndese aggiunge: “Anche la scorsa stagione è stata difficile. Il mio futuro era in gioco e non sapevo per quale squadra avrei guidato. Quando pensi di essere forte e di non aver bisogno di aiuto, di poterti occupare di tutto semplicemente guardandoti allo specchio, un professionista sa come farti le domande giuste e sciogliere molti nodi”.
Seguici anche sui social: Telegram – Instagram – Facebook – Twitter