Conclusa la stagione 2023 di F1 è tempo di voti: qual è stato il miglior team di questo campionato?

Scelta semplice, penseranno i più. Perché ovvio, in un mondiale 2023 in cui Red Bull ha saputo cogliere ben 21 successi su 22 tappe disponibili l’esito di questa votazione potrebbe essere più che scontato.
Eppure non è tutto così ovvio. Prendiamo McLaren, ad esempio. Il team di Woking si è presentato in Bahrain, primo appuntamento del mondiale, con la vettura peggiore del lotto. Una rivoluzione interna alla squadra l’ha portato la MCL60 a ricoprire (quasi) stabilmente il ruolo di seconda forza sul finire di stagione.
Un percorso che merita di essere premiato?
Analizziamo insieme meriti e difficoltà dei dieci team protagonisti della stagione 2023.
McLaren
Come anticipato, il team di Woking è arrivato in Bahrain con l’amara consapevolezza di aver seguito un percorso sbagliato nel corso dell’inverno. In cinque delle prime otto gare Norris e Piastri sono rimasti a secco di punti.
Ma nel frattempo la rivoluzione interna al team prendeva piede. Il punto di svolta è arrivato al GP di casa, Silverstone, dove Norris colse il primo podio stagionale.
Nelle successive 12 gare i numeri rendono l’idea dei progressi compiuti: otto podi conquistati e una vittoria nella Sprint del GP del Qatar. E ora si guarda al 2024 con ottimismo.
Aston Martin

I dati dei test invernali parlavano di una vettura veloce. Troppo bello per essere vero, si pensava, specie considerando che Aston Martin aveva chiuso il mondiale 2022 nel ruolo di settima forza.
Pronti via, in Bahrain Fernando Alonso si dimostra l’unico pilota in grado di reggere il confronto con i due Red Bull.
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Giunti alla pausa estiva, lo spagnolo vantava già ben sei podi su undici appuntamenti.
Se Fernando ha dimostrato di non aver perso il suo smalto, arrivando a conquistare oltre il 70% dei punti ottenuti dal team, gli aggiornamenti introdotti nel corso della stagione hanno frenato le speranze del team.
Alcuni errori, uniti ad una direttiva TD018 che sembra aver rallentato il passo della “verdona” hanno fatto sì che Aston Martin concludesse il mondiale in quarta posizione.
Williams
Negli ultimi anni la Williams ha faticato. Ad un passo avanti ne seguivano due indietro. Ma nel 2023 qualcosa è cambiato.
E quel qualcosa è coinciso con l’arrivo di James Vowles nel ruolo di Team Principal. Sotto la guida dell’ex Mercedes la FW45 ha mostrato i primi progressi, sino al GP del Canada in cui il settimo posto di Albon davanti ad entrambe le Alpine ha reso evidenti i miglioramenti.
Altri punti sono arrivati a Silverstone, Zandvoort, Monza, Losail, COTA e Città del Messico. Ma la ciliegina sulla torta è stata Abu Dhabi dove il team di Groove, grazie ad una strategia ben studiata, ha scavalcato l’AlphaTauri per il settimo posto nella classifica costruttori. Il miglior risultato dal 2017.
Red Bull
Dominio assoluto. Non vi sono altre parole per descrivere il 2023 della Red Bull. Nessun ritiro, 21 vittorie su 22 e una RB19 miglior vettura per distacco. Insomma, un’annata da incorniciare. E comunque difficilmente ripetibile.
Forte dell’ennesimo capolavoro di Newey, Verstappen ha letteralmente annichilito la concorrenza e persino un Perez a corrente alternata ha saputo cogliere due successi ed altrettante Pole Position.
Red Bull lascia il 2023 con il record del maggior numero di vittorie (consecutive e totali), il maggior numero di punti, il maggior numero di giri percorsi e il margine più elevato di punti sul secondo team classificato. Altro da aggiungere?
Mercedes
A sentire Hamilton e Wolff si è trattato di un anno da buttare. Un po’ come la W14, mai gradita al sette volte campione del mondo. Eppure Mercedes ha chiuso il mondiale costruttori al secondo posto, beffando Ferrari per soli tre punti.
A Brackely hanno atteso sino ad aprile prima di bocciare definitivamente il progetto “a pance zero”. Da Monaco, con una concezione di vettura più simile a Red Bull i miglioramenti sono stati sensibili.
Positiva. dopo una lunga attesa, la firma di Lewis Hamilton sul biennale che lo lega al team sino al 2025.
Ferrari
Il 2023 della Rossa è stato un sali scendi di emozioni. Anche se ormai i tifosi ci avranno fatto l’abitudine.
La Ferrari è stata l’unica vettura non Red Bull a conquistare una vittoria, con Sainz a Singapore. Senza dubbi un successo, ma non sufficiente per accontentarsi.
Se in alcuni GP, come Monza, la SF-23 ha saputo dimostrarsi seconda forza con distacco, in altri i problemi congeniti della vettura 2023 sono emersi con prepotenza, basi pensare all’Ungheria.
La monoposto 2024 sarà la prima realizzata sotto la gestione Vasseur. Se il team riuscirà a confermare quello che (finalmente) è stato un buon percorso di sviluppo le aspirazioni possono essere importanti.
Alpine
La lineup tutta francese e di assoluto livello composta da Ocon e Gasly lasciava presagire un 2023 di alto livello per la compagine transalpina.
La A523, tuttavia, si è dimostrata vettura estremamente sensibile. Da podio a Monaco e Zandvoort, fuori dai punti in Austria, Azerbaijan e Abu Dhabi. Una diva, insomma, nel pieno rispetto della sua origine francese.
L’investimento da ben 175 milioni di sterline arrivato da un gruppo di investitori che comprende il golfista Rory McIlroy e le stelle della NFL Patrick Mahomes e Travis Kelce è un eccellente punto di partenza per il 2024. Starà ora al team saperlo sfruttare.
AlphaTauri
Il 2023 ha rappresentato l’ultima stagione con il nome AlphaTauri per il team di Faenza. Una ventata di cambiamento si è resa necessaria, specie dopo un mondiale deludente concluso all’ottavo posto tra costruttori dopo la volata finale con Williams.
Il team italiano ha dovuto “scontare” il prezzo di essere a tutti gli effetti l’Academy Red Bull. E così, fuori De Vries, bocciato dopo le prime dieci gare e dentro Ricciardo. L’australiano, che sogna il sedile di Perez, si frattura il polso a Zandvoort e il team scopre la bella sorpresa Lawson prima del rientro del numero 3.
Con simili cambiamenti, mantenere salda la rotta non era semplice. E a proposito di capitani, nel 2024 alla guida del team ci sarà l’ex Ferrari Laurent Mekies.
Alfa Romeo
Anche per Alfa Romeo il 2023 è stata l’ultima stagione prima del cambio di nome. Il team italo-svizzero si prepara a diventare Audi nel 2026 e lo fa nel segno della continuità. Entrambi i piloti sono stati confermati nonostante un mondiale deludente.
L’Alfa-Sauber ha chiuso al nono posto nella classifica costruttori, davanti alla sola Haas. Il duo Zhou-Bottas ha saputo raccogliere solamene 16 punti, complici anche le difficoltà di una correlazione tra simulatore e pista che ancora non sembra funzionare.
Gli sforzi nel tentare di sviluppare la vettura e risalire la china nel corso della stagione non sono così stati premiati ma sicuramente rappresentano il giusto approccio in vista del prossimo anno.
Haas

In casa Haas l’ottimismo di inizio stagione, con piloti a punti in quattro delle prime cinque gare, ha lasciato spazio ad una spirale negativa conclusasi con l’ultimo posto nella classifica costruttori.
Il vero problema del team italo-americano sembrano essere gli sviluppi. L’importante pacchetto introdotto ad Austin è stato presto scartato da Nico Hulkenberg che ha definito i mancati progressi come “sconcertanti“.
Dopo l’ottavo posto del 2022, tornare in fondo alla classifica è un duro colpo. E forse segnale che una struttura dalle piccole dimensioni e per di più divisa tra Italia e Stati Uniti ha forse raggiunto il limite operativo.
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