Manca sempre meno al tanto atteso appuntamento di Melbourne, prima gara del mondiale 2018. Ci si avvia verso una stagione ricca di domande che cercano risposta, dentro e fuori la pista. Guida Formula 1 2018
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Il campionato alle porte vede una sola certezza, ossia che a difendere il titolo di campione del mondo sarà Lewis Hamilton. Per tutto il resto ci sono tanti punti interrogativi a incrementare l’attesa spasmodica per la nuova stagione. Abbiamo provato a raggruppare le principali domande in dieci macroargomenti, ognuno dei quali nasconde al proprio interno decine di sfumature e altri interrogativi in attesa di una risposta.
1: Chi vincerà il 5° titolo?
Si tratta di una domanda dal doppio significato. Il primo è il quesito più importante che ci si pone all’inizio di questo mondiale: Vettel o Hamilton, chi sarà campione del mondo?
Alla luce della scorsa stagione entrambi partono con i favori del pronostico. La rivalità tra i due, emersa nel 2017 in tutto il suo agonismo, assume ancora più significato se si pensa che la posta in palio per entrambi è il 5° titolo mondiale, il che li porterebbe a eguagliare una leggenda della Formula 1, Juan Manuel Fangio, proiettandoli inoltre verso il record assoluto dei sette titoli di Michael Schumacher. Molto dipenderà dai rapporti di forza tra le rispettive vetture, la Mercedes W09 e la SF71H, ma non bisogna sottovalutare la determinazione di entrambi e la voglia del tedesco di fare tesoro degli errori individuali della scorsa stagione.
Sarebbe un errore però escludere dalla lotta i rispettivi compagni di squadra, Bottas e Raikkonen, così come i due ragazzi terribili della Red Bull, Verstappen e Ricciardo, soprattutto alla luce dei recenti test e perché no, anche Fernando Alonso, se la Mclaren dovesse dimostrarsi competitiva oltre che affidabile.
L’altra faccia di questa domanda è il confronto tra scuderie: sia Mercedes che Red Bull sono ferme a 4 titoli costruttori e una vittoria di una delle due quest’anno porterebbe a scavalcare l’altra. La Mercedes inoltre è reduce da 4 titoli piloti consecutivi: portare a casa il 5° significherebbe eguagliare il record assoluto della Ferrari.
Il 4 è un numero ricorrente quest’anno: sarà di buono o cattivo auspicio per il numero 44?
2: Chi vincerà il “mondiale degli altri”?
Grande incertezza vige anche tra gli inseguitori. Se negli ultimi due anni a giocarsi in solitaria il quarto posto tra i costruttori sono state Wiliams e Force India, quest’anno per difendere la propria posizione le due squadre dovranno fare un grande sforzo.
La Renault è tra le principali indiziate a insidiarle il posto. La grande voglia di tornare al vertice e una macchina che nelle prime uscite si è comportata molto bene rendono la scuderia francese una possibile sorpresa per la nuova stagione. La coppia di piloti a disposizione poi è di primo livello: Hulkenberg e Sainz, attenti a quei due!
Dopo anni frustranti di matrimonio con la Honda, anche la Mclaren prova a riaffacciarsi nelle zone alte della classifica proprio con la power unit Renault: sarà sufficiente per tornare al vertice? E Fernando Alonso riuscirà a trovare stimoli necessari per continuare anche nel 2019 o sarà distratto dalla nuova avventura nel mondiale endurance?
Haas, grazie alla collaborazione con Ferrari, ha sfornato una macchina competitiva che ben si è comportata nei test così come la Toro Rosso. Entrambe costituiscono una delle più grosse sorprese di questo precampionato, ma sarà abbastanza per vederle lottare con le altre?
3: Honda, sarà l’anno del riscatto?
Dopo il divorzio dalla Mclaren, per rimanere nel circus iridato la Honda si è legata ad una scuderia italiana, la Toro Rosso. Nonostante molti nutrissero seri dubbi sulla nuova accoppiata, nei primi test la macchina ha girato più di tutti, senza problemi e con continuità. Per Honda sarà fondamentale far bene quest’anno, in quanto è osservata speciale dalla Red Bull in ottica 2019: un’occasione da non perdere.
Per Toro Rosso si tratta della prima stagione in cui un motorista si dedica interamente alla scuderia di Faenza e questo potrebbe contribuire non poco alla crescita della squadra.
Gasly e Hartley costituiscono una coppia di piloti giovani e con un grande potenziale: il primo ha vinto la GP2 nel 2016 mentre il secondo ha contribuito ai successi Porsche nel mondiale Endurance, vincendo anche il titolo nel 2017.
Piloti giovani e motore Honda: sarà un’accoppiata vincente o un fallimento? Ci auguriamo la prima.
4: Alfa, il ritorno della leggenda
Il 2018 segna il ritorno dell’Alfa Romeo in Formula 1, seppur solo come main sponsor della Sauber. Marchionne però non ha fatto mistero di voler incrementare sempre di più l’impegno Alfa in Formula 1. Assisteremo a delle novità già da questa stagione?
Da seguire inoltre il comportamento in pista della nuova Sauber, nata sotto la direzione tecnica di Furbatto e provvista del propulsore di Maranello aggiornato. Sin dalla presentazione è apparsa chiara la ventata di novità e la grande cura con cui è stata progettata la nuova vettura.
Infine una nota per Charles Leclerc: il monegasco della Ferrari Driver Accademy si è conquistato il posto a suon di vittorie in Formula 2 e le prestazioni in pista nella serie cadetta lo rendono uno dei giovani più interessanti degli ultimi anni. Sarà all’altezza delle aspettative?
5: Il mercato, un puzzle di 20 tessere
Mai come quest’anno si attendono grandi colpi di scena nel mercato piloti. Su 20 piloti iscritti, gli unici ad avere un contratto valido anche per la prossima stagione sono Vettel e Verstappen, escludendo Stroll che ha un contratto a tempo indeterminato.
Sui piloti graverà quindi una grande pressione per conservare il posto o ambire a un sedile più competitivo, condizionando le prestazioni degli stessi.
Se Hamilton sembra quasi sicuro di rinnovare con il team di Stoccarda, Bottas dovrà sudarsi il posto con un’ombra incombente su di lui chiamata Ocon. Nella stessa situazione di Bottas si trovano Raikkonen e Ricciardo. In caso di mancato rinnovo il finlandese potrebbe ritirarsi ed essere sotituito da Leclerc o dallo stesso Ricciardo. In casa Red Bull l’alternativa all’australiano si chiama Carlos Sainz, ma in quel caso si libererebbe a sua volta un posto in Renault. Un grande puzzle attende di essere assemblato.
Un mercato piloti che potrebbe accendersi già a stagione in corso. Qualora Sirotkin dovesse deludere le aspettative della Williams potremmo assistere al grande ritorno di Robert Kubica, così come Giovinazzi è pronto ad approfittare di qualsiasi opportunità possano arrivargli da Haas e Sauber Alfa Romeo.
6: Un arcobaleno di gomme
Un altro fattore cruciale nel prossimo campionato sarà la gamma di pneumatici messi a disposizione dalla Pirelli. La diversificazione delle mescole ha raggiunto livelli esasperati: saranno ben sette le tipologie di gomme slick disponibili, andando dalla nuova HyperSoft alla altrettanto nuova SuperHard. Considerando che ogni gomma è contrassegnata con un colore diverso, si tratta di un vero e proprio arcobaleno.
I nuovi pneumatici inoltre saranno più morbidi di una mescola rispetto alla passata stagione. Stando alle indicazioni della Pirelli, la gomma hard 2018 dovrebbe avvicinarsi molto come prestazioni alla Soft 2017, la Soft 2018 alla SuperSoft 2017 e così via. Oltre a consentire un ulteriore abbattimento dei tempi sul giro, le nuove Pirelli costringeranno i piloti ad adattare il proprio stile di guida per poterle sfruttare al meglio senza inficiare sulla loro usura. Una sfida che riguarda tanto i piloti quanto le scuderie: quale team è stato in grado di progettare la propria vettura per sfruttare al meglio questa nuova variabile?
7: Il valzer dei motori
Il 2018 segna il minimo storico per quanto riguarda il numero di propulsori disponibili per l’intera stagione. Quest’anno infatti saranno permessi solo tre motori termici. Considerando che le gare in programma sono 21, ogni unità dovrà percorrere la distanza di ben 7 Gran Premi! Ancora una volta la sfida si ripercuote sui piloti, costringendoli a non sforzare eccessivamente le power unit, e sui motoristi, impegnati a cercare il giusto compromesso tra affidabilità e prestazioni. Qualcuno ha anche ipotizzato che alcuni possano aver preparato la stagione preventivando in anticipo di utilizzare 4 propulsori e ricevere di conseguenza una penalità, riducendo tuttavia in questo modo i rischi di rotture e la perdita di prestazioni. Sarà veramente così?
C’è attesa inoltre per la prosecuzione delle trattative sui motori 2021. Se i regolamenti dovessero restare quelli pattuiti all’ultimo incontro si correrebbe con motori ibridi V6 1,6 litri sprovvisti dell’ MGU-H e dotati ancora dell’MGU-K, ma in tal caso la Ferrari ha seriamente minacciato di abbandonare il circus. Numerosi altri motoristi inoltre sono presenti al tavolo delle trattative e sarà molto dura accontentare tutti tra chi chiede un abbattimento dei costi, chi vuole preservare il proprio vantaggio, chi vuole tornare a motori più semplici e rumorosi e chi invece vuole continuare sulla strada della massima espressione tecnologica. Una fitta nebbia avvolge ancora i motori del futuro.
8: Il ritorno nel vecchio continente
Il prossimo anno segna il ritorno di due storici appuntamenti della Formula 1, i Gran Premi di Francia e Germania. Il primo ritorna dopo l’ultima edizione a Magny-Cours nel 2008 e lo fa sul circuito del Paul Ricard mentre il secondo, grazie al circuito di Hockneimring, continua la sua presenza in calendario ad anni alterni a seguito della difficile situazione finanziaria dell’altro tracciato tedesco, il Nurburgring.
Liberty Media tuttavia ha in programma una radicale ristrutturazione del calendario, finalizzata a una migliore distribuzione degli appuntamenti iridati su base regionale per ridurre le spese dei team. Ross Brawn inoltre ha dichiarato di voler allestire un ranking per i vari appuntamenti del campionato, in modo da ricevere gli indici di udienza dei vari Gran Premi e far sì che quelli nelle ultime posizioni possano lasciar posto a nuove location. Non è un mistero che numerosi paesi guardino con interesse a un ingresso in calendario: Olanda, Danimarca, Argentina e nel caso di Vietnam (Hanoi) e Stati Uniti (Miami) questo potrebbe concretizzarsi già nel 2019.
Chasey Carey però ha escluso un campionato a 25 gare, sottolineando l’importanza della qualità dei Gran Premi piuttosto che la quantità. Sarà dunque interessante seguire come Liberty Media intenderà affrontare le delicate questioni Silverstone e Monza, entrambe in dubbio per la loro presenza nei prossimi anni a causa delle attuali condizioni contrattuali. Quali piste potranno ospitare un Gran Premio nei prossimi anni?
9: Il nuovo corso FIA: Halo e ripartenze
Grandi novità anche dal punto di vista regolamentare.
Le monoposto del 2018 segnano un punto di svolta epocale rispetto alle progenitrici, in quanto l’abitacolo non è più completamente scoperto ma è sovrastato dall’Halo, il nuovo dispositivo di sicurezza voluto dalla FIA. Molti tifosi hanno storto il naso e sono piovute critiche sull’estetica delle nuove Formula 1. Anche le stesse scuderie si sono lamentate del nuovo componente, che sporca i flussi aerodinamici e aggiunge ulteriore peso alla vettura.
Sebbene l’Halo non sia gradevole a vedersi, bisogna riconoscere che ogni intervento a favore della sicurezza è ben accetto. Nonostante il rischio sia sempre stato presente in Formula 1, ciò non vuol dire dover preferire necessariamente una soluzione meno sicura ad un’altra per il puro spettacolo,;altrimenti la filosofia corsaiola non sarebbe molto diversa da quella di un antico romano spettatore dei combattimenti nel Colosseo. Accettare il rischio come elemento sempre presente nelle corse (anche con l’Halo) è ben diverso da andarlo a cercare.
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La Federazione ha promesso che già dal prossimo anno il dispositivo verrà studiato in modo da potersi integrare al meglio nella vettura piuttosto che presentarsi come un corpo estraneo come è attualmente. Sarà interessante vedere come gli spettatori reagiranno col passare delle gare a questa nuova presenza,;se vi si abitueranno, che impatto avrà sulla guida dei piloti e sulla dinamica degli incidenti, augurandoci che c’è ne siano il meno possibile. Mentre la maggior parte dello schieramento non ha manifestato problemi,;Magnussen ha espresso qualche perplessità sulla visuale che l’Halo consente, specialmente nella situazione di un inseguimento ravvicinato in un cambio di direzione.
Altra novità del 2018 è la procedura di ripartenza dopo le bandiere rosse. A meno di condizioni climatiche avverse infatti i piloti si dovranno rischierarsi in griglia e seguirà la classica partenza da fermo.
Che effetto avrà questo sulle gare? Più spettacolo o solo incidenti, incertezza e confusione? Come reagiranno le gomme e i propulsori a queste sollecitazioni e cambi di temperatura?
10: Liberty Media
Siamo al secondo anno della gestione americana della Formula 1. All’operato di Liberty Media nel 2017 il presidente Ferrai Marchionne ha dato una sufficienza. Numerose sono le iniziative che Sean Bratches, Ross Brawn e Chasey;Carey hanno inaugurato per riavvicinare il pubblico alle corse, come gli eventi nel cuore delle grandi città o gli e-sport. Tra queste spicca il nuovo orario di partenza, posticipato di un’ora e dieci: vedremo dei problemi in caso di partenza rimandata per condizioni metereologiche avverse?
Altri cambiamenti sono stati meno graditi, come l’abolizione delle Grid Girls. Si attende il 2018 per scoprire quali altre iniziative verranno organizzate.
Adesso inoltre viene il difficile: la nuova gestione dovrà affrontare temi spinosi e cruciali,;come il rinnovo contrattuale con i paesi ospitanti, i prezzi troppo alti degli autodromi e i nuovi regolamenti tecnici. E che dire della trasmissione televisiva dei Gran Premi,;che nonostante l’inaugurazione della F1 TV in Italia come in altri paesi sarà disponibile solo sulle Pay TV?
Decine di domande attendono risposta, ma l’attesa più grande sta per finire. La nuova stagione di F1 è alle porte.