La gara 1 in Arabia Saudita del mondiale 2024 di Formula E, vinta dal campione in carica Jake Dennis, ha regalato diversi spunti d’interesse.
Dopo un primo round in Messico molto strategico e abbastanza privo di emozioni, la serie 100% elettrica torna a regalare pathos. Il circuito realizzato nella periferia della capitale saudita, che ospita la Formula E per il sesto anno consecutivo, è probabilmente il più tecnico del campionato e non ha deluso le aspettative.
Il campione rimette le cose a posto

Le lotte degli ultimi giri non hanno però riguardato la prima posizione. Jake Dennis, in pieno stile Max Verstappen, aveva infatti abbandonato la compagnia già da un bel pezzo. La vittoria del campione del mondo in carica è stata da autentico padrone della categoria.
Quando parte nelle posizioni di rincalzo, siamo abituati spesso a vederlo rimontare da metà gara in poi, dopo una prima parte passata a risparmiare energia. Ma quando scatta davanti, diventa quasi ingiocabile per i suoi avversari. E così è stato nella prima gara di Riad.
Infatti, posizionatosi sulla terza piazza della griglia, al via si è difeso dall’attacco garibaldino di Sette Camara. Dopo di che, ha fatto veramente quello che voleva e la strategia di gara con cui si è andato a prendere la vittoria è stato un autentico capolavoro. Ha infatti prima superato Evans con una sorta di overcut, ossia prendendo l’Attack Mode il giro successivo rispetto al neozelandese. Qualche tornato dopo, ha ripetuto la stessa mossa per soffiare la leadership a Vergne.
In seguito, ha sudato soltanto una volta, al 14° giro, quando ha dovuto difendersi dall’attacco di Evans. L’alfiere della Jaguar è però arrivato lungo e si è dovuto riaccodare. Il neozelandese ha poi subito perso ritmo e così Dennis ha iniziato ad allungare sul gruppo. La gestione dell’energia, uno dei suoi punti di forza, si è rivelata come al solito impeccabile, tant’è che al penultimo giro, mentre dietro lottavano per accaparrarsi la piazza d’onore, ha ottenuto il giro più veloce andandosi ad aggiungere un ulteriore punto alla sua classifica.
Il campione del mondo si riscatta così immediatamente dopo il primo deludente E-Prix in Messico concluso in un’anonima nona posizione e privo di spunti. Chi pensava che avrebbe avuto la pancia piena dopo la vittoria del mondiale si è subito dovuto ricredere.
JEV: difesa da leone

Quando un pilota parte in pole position, si sa, ha in testa un unico obiettivo: la vittoria. A maggior ragione se sei un due volte campione della categoria e se la pole arriva dopo quasi due anni di astinenza. L’ultima partenza davanti a tutti di Jean-Eric Vergne risale infatti all’E-Prix di Giacarta del 2022.
Ma se delle 18 gare disputate dall’introduzione della Gen3, ben 16 sono andate a vetture con powertrain Porsche o Jaguar ci sarà pure un motivo. La sua DS avrà fatto anche passi in avanti, ma in gara non è ancora a livello delle due monoposto sopracitate. E così, il francese nulla ha potuto contro lo strapotere della Porsche del team Andretti di Jake Dennis, in possesso di un altro passo, come ammesso dello stesso Vergne.
Il due volte campione sembrava in grado di poter condurre tranquillamente la gara in seconda posizione, ma, dopo metà gara, la sua colonnina diceva chiaramente che, fra le monoposto di testa, la sua era quella con meno energia rimasta. Nelle tornate conclusive ha così dovuto subire la rimonta di un agguerrito gruppetto, capitanato dalle Jaguar, che sembrava dovesse fare un sol boccone della DS.
Invece così non è stato. JEV ha chiuso strenuamente tutte le porte che era possibile chiudere, mettendo sull’asfalto di Riad tutta la sua esperienza, al punto da far impazzire Mitch Evans alle sue spalle. Infatti, all’ultimo giro, il neozelandese ha dovuto tirare una staccata molto profonda, anzi troppo, per prendersi la seconda posizione. Per Vergne è così arrivata la meritatissima piazza d’onore e più di così era davvero impossibile.
Jaguar, è ora di imparare dagli errori e di puntare su Cassidy

Siamo alle solite, verrebbe da dire parlando di Mitch Evans e della Jaguar. Il neozelandese si dimostra uno dei più veloci della categoria ormai da anni, ma allo stesso tempo uno dei più fallosi. Errori in cui è sempre ricaduto quando sembrava sul punto di maturare e che gli sono costati la perdita di un paio di mondiali.
Nel 2024 la storia non sembra essere cambiata: anno nuovo, errori vecchi. Forse la pressione del suo nuovo compagno di squadra e connazionale inizia già a farsi sentire. Nick Cassidy gli ha infatti subito messo le ruote davanti in Messico. A Riad, Evans pensava di avere gioco facile dopo averlo battuto nello scontro diretto in qualifica di ben secondo. Invece, nelle tornate conclusive, Evans se lo è ritrovato negli specchietti.
Fatto sta che il vicecampione 2022, per tentare di superare Vergne e tramutare la terza posizione in seconda, è arrivato lungo per la terza volta nello stesso punto. Non solo l’attacco non è andato a buon fine, ma l’errore gli è costato la perdita di due posizioni, facendolo crollare in quinta. Dunque, altri punti importanti che volano via.
Leggi anche: Formula E | Arabia Saudita – Anteprima e Orari TV del Diriyah E-Prix
Dal canto suo, Cassidy ha avuto una gestione di gara praticamente perfetta. Partito dalla settima piazza, è rimasto tranquillo nelle fasi per cercare di conservare più energia possibile per i momenti decisivi. Ha poi atteso che i piloti davanti a sé andassero in Attack Mode per avere avere pista libera e procedere con il suo ritmo. Una tattica risultata vincente poiché gli ha permesso di risalire salire in quarta piazza.
Grandiosa poi la lucidità con cui ha dettato al box via radio la strategia da adottare per prendere l’Attack Mode e conservare allo stesso la quarta posizione. Nick ha poi chiaramente deciso di non attaccare il compagno, il quale è risultato di grande aiuto per compiere la strategia da lui pensata. Ovviamente, però, non poteva alzare il piede dell’acceleratore quando Evans è finito lungo. Cassidy si è così preso il gradino più basso del podio per la seconda gara consecutiva. Due podi su due dunque per il kiwi neozelandese da quando veste i colori ufficiali di Jaguar.
Per visione di gara, gestione dell’energia e concretezza, Cassidy è uno dei pochissimi, se non l’unico, in grado di tenere testa a Jake Dennis, come ha dimostrato a lungo già nella passata stagione e cosa che sta confermando anche nel 2024. Per Jaguar, che negli ultimi anni ha lasciato per strada dei mondiali anche per un’errata gestione dei piloti, è arrivato il momento di mettere in pratica ciò che ha imparato ora che possiede un pilota concreto come Cassidy.
Rimani sempre aggiornato sulla Formula E entrando nel canale Telegram specifico.
Seguici anche sui social: Telegram – Instagram – Facebook – Twitter