La Formula E è una categoria giovane. La Formula E è una categoria capace di imporsi a un pubblico vastissimo e di generare un incredibile fatturato in appena cinque stagioni. Alla Formula E troppo viene ingiustamente recriminato, ma troppo, forse, viene facilmente perdonato. Il doppio appuntamento del Diriyah E-Prix, apertura della sesta stagione del campionato, non può che suscitare riflessioni forse già sentite, ma necessarie: repetita iuvant. Formula E Diriyah
Arrivare al pubblico Formula E Diriyah
Sin dall’inizio, la serie elettrica ha avuto la straordinaria capacità di attrarre un pubblico giovane, parzialmente estraneo al mondo dei motori, per farne un audience nuovo e particolarmente redditizio. Ne avevamo parlato con Luca Filippi, che ci ha confermato quanto questa sia un’autentica scelta politica. La sensazione in avvio di campionato, tuttavia, è quella di un necessario riordino delle priorità. Lo spettacolo offertoci ad Ad Diriyah dalla Formula E è stato coinvolgente per il pubblico presente, che ha goduto di dj set importanti e di un podio imponente e di sicuro effetto. Cosa ne è stato, però, delle corse?
La scelta di correre in Paesi tutto sommato privi di vocazione motoristica è ampiamente giustificata e giustificabile dal ritorno economico che possa derivarne. A soffrire, tuttavia, è troppo spesso l’azione in pista. In quel di Ad Diriyah abbiamo di nuovo assistito a una discutibile gestione di gara, dipendente comunque dalla (poca) preparazione dei marshal. L’infrastruttura di una competizione motoristica e del suo esito sportivo dipende dalla competenza di chi deve occuparsene. Competenza che, purtroppo, spesso non risulta adeguata al prestigio internazionale della categoria.
Fare chiarezza
Per la stagione 2019/2020, in un tentativo (estremamente lodevole) di riempire le lacune create dalle innovazioni della Season 5, la FIA ha ampiamente rivisto il testo di regolamento tecnico e sportivo. Sono state inserite ulteriori limitazioni alla potenza erogata in gara tramite le nuove previsioni relative alla gestione energia in regime di FCY e Safety Car, nonché ulteriori direttive per limitare l’utilizzo “furbetto” dell’ancora controverso attack mode.
Il nuovo regolamento ha poi previsto un sistema di assegnazione punteggi. leggermente rinnovato, con un punto aggiuntivo regalato al pilota più veloce nella prima fase delle qualifiche, quella per gruppi. Un dato, però, salta subito all’occhio: l’inefficacia della comunicazione della categoria nel rendere note queste modifiche a chi di dovere. In tutta onestà, solo una lettura molto attenta dei nuovi regolamenti ci ha consentito, in redazione, di intuire chi potesse essere l’autentico assegnatario del nuovo punto iridato. Perfino le squadre hanno subito penalità e squalifiche per il mancato rispetto delle nuove (e vecchie) regole sull’erogazione potenza. Che queste “piccolezze” siano state trascurate, o piuttosto oscurate, dalle numerosissime iniziative di marketing “millennial” diventate ormai proverbiali sui canali social della serie elettrica?
La problematica, che può sembrare pedante e si può forse ridurre a mera questione di “abitudine”, è da vedersi sotto una luce più ampia: quella del costante confronto fra sport e spettacolo. La vera critica, forse l’unica, a cui la Formula E ancora non è riuscita a dare una risposta. Men che meno con l’appuntamento di Ad Diriyah.
Formula E | Sostanza o apparenza? I problemi di sostenibilità della categoria