Lo scorso sabato sera, seguendo in contemporanea anche la partenza della 12 ore di Bathurst ho dato un’occhiata alla gara di Formula E.
Diciamocelo, le vetture sono ancora lente, i circuiti discutibili (Santiago comunque meglio del Marocco), ma le gare sono interessanti. E lo sono per tre ragioni. La prima è la mancanza di aereodinamica sofisticata, che rende facile seguire a distanza ravvicinata chi ti precede. La seconda è la necessità di gestire, che dà luogo a preoccupazioni strategiche e a attacchi “O la va o la spacca”. La terza è la robustezza delle vetture. La vera differenza tra le Formula E e le altre formule (F1, Indycar, F2, F3) è il livello di contatto fisico che queste macchine possono sopportare. Se Lotterer avesse provato quel sorpasso in F1 avrebbe disintegrato l’ala anteriore (che è attaccata al muso da due pioli di mezzo centimetro, che reggono le tonnellate di carico aerodinamico dell’ala ma si spezzano se le tocchi lateralmente), e forse distrutto anche la gara di Vergne.
Lo stile di guida di una vettura a ruote scoperte privilegia la guida pulita, i sorpassi senza contatti, come si cerca di insegnare ai ragazzini che vengono dai kart,;perché i costi aumentano esponenzialmente dalla Formula 4 in poi, e perché ci si può comunque fare parecchio male.
La vettura progettata da Dallara è invece molto resistente agli urti,;e questo rende possibile azioni che in qualsiasi serie formulistica sarebbero suicide, sanzionate o irrise come dilettantesche. Lo stile di guida, ricco di contatti, si fa vicino invece alle vetture sport, ai prototipi,;alle GT e alle Turismo, che sono in grado di reggere senza problemi sportellate e urti gravosi.
Non credo sia un caso che diversi piloti della serie abbiano un passato o un presente da protagonisti delle ruote coperte: Lotterer, che pure è un campione della SuperFormula giapponese è stato pilota Audi e Porsche, plurivincitore Wec e le Mans,;Di Grassi è un ex-Audi, Bird è pilota ufficiale Ferrari GT, Buemi e Lopez sono impegnati con la Toyota nel Wec, Mortara ha corso nel DTM.
La nuova generazione
La Formula E Gen2 spinge il pedale dell’acceleratore sui punti di forza predetti.
Più potenza e niente cambi vetture, meno grip aerodinamico e più grip meccanico, un corpo vettura innovativo e unico,;definibile come un ibrido tra vetture Formula e Sport, una Formula a ruote coperte o una Sport monoposto. La carenatura completa delle ruote, anche anteriori, irrobustisce la macchina,;e permetterà alla Formula E di offrire uno stile di guida molto aggressivo, diverso da tutte le altre auto a ruote scoperte,;mentre l’aerodinamica pulita consentirà ancor di più di tenersi vicini alla vettura inseguita.