Concludiamo il reportage dal Paris E-Prix con una interessantissima intervista esclusiva a Stoffel Vandoorne, reduce dalla Formula 1 con McLaren e ora impegnato con HWA nella categoria elettrica. Il pilota belga ci ha regalato spunti sul suo futuro, sulla professione del pilota e sul futuro della Formula E.
Una stagione ricca di impegni Paris E-Prix esclusiva Vandoorne
Innanzitutto, congratulazioni per il tuo debutto in LMP1. Fra una settimana sarai in pista con SMP Racing, nella gara di casa. Certo, una LMP1 è una macchina molto diversa da una Gen2. Quali sono vantaggi e svantaggi di diversificare così tanto il proprio impegno nelle corse?
“Per me è una grande gioia tornare ad avere una gara in casa. A Monza [l’ultima gara prima dell’annuncio del divorzio con McLaren, ndr] ero dispiaciuto di aver concluso da poco l’ultimo Gran Premio a Spa. Come pilota è sempre molto utile prendere dimestichezza con diversi tipi di vetture e con i requisiti tecnici delle varie categorie. Molti piloti in Formula E lo fanno già anche perché il calendario è perfettamente compatibile. Certo, sono impegni che si aggiungono e la mia agenda è già piena, ma correre è il mio mestiere!”
A proposito di impegni, come riesci a conciliare l’impegno full-time del campionato di Formula E con il ruolo al simulatore per Mercedes in F1?
“La decisione l’ho presa da subito: la Formula E è e sarà la mia assoluta priorità in termini di carriera, sono al massimo della concentrazione in HWA. Siamo riusciti a ottenere un podio nonostante il nostro essere i “novellini”, e questo fa ben sperare sul potenziale della squadra. Al momento non sono molto attivo nel simulatore: compenserò quando il campionato di Formula E sarà finito e il simulatore sarà il mio principale impegno da luglio in poi”.
Mercedes arriverà finalmente in griglia l’anno prossimo come Mercedes Benz EQ FE. Proprio tu hai recentemente guidato la Silver Arrow 01 durante i test. Che sensazioni hai avuto dalla vettura?
“Spero davvero di restare parte della squadra, quest’anno con HWA è fondamentale come preparazione sia per Mercedes che per me. Avere un altro costruttore, a cui peraltro si aggiungerà Porsche, ha un impatto enorme sulla categoria, interamente positivo. Il potere e l’influenza di Mercedes sul mercato e sulle competizioni sono quasi impareggiabili, è un’occasione per tutti”.
Concludiamo parlando del rapporto professionale con il tuo compagno di squadra, Gary Paffett. La vostra esperienza nel motorsport è incredibile, ma completamente diversa. In che modo aiuta avere un background così differente?
“Io e Gary veniamo davvero da due mondi diversi: lui campione delle ruote coperte, io ho fatto la gavetta nelle formule minori prima di approdare in Formula 1. Più che aiutare me (o viceversa), avere due piloti con esperienze così variegate è ottimo per la squadra. Si traduce infatti in una conoscenza pratica di tecnologie molto diverse fra di loro, che possono eventualmente essere riadattate. Abbiamo anche uno stile di guida diverso, il che può essere una sfida per la squadra ma in fin dei conti ha un impatto positivo”.
Paris E-Prix | ESCLUSIVA – Pascal Wehrlein e le sue priorità