La nostra piccola esposizione dei molteplici motivi per cui la Formula E merita tutta la nostra attenzione continua, si focalizza oggi su uno dei maggiori punti di forza della serie. Laddove la Formula 1 stenta a trovare nuove squadre disposte all’ingresso in campionato, la categoria elettrica raggiunge la presenza record di 12 team e 10 costruttori diversi. Ma cosa spinge le case automobilistiche a investire nelle competizioni full electric? Scopriamolo insieme.
Innovazione e immagine Formula E Costruttori
Nella lista delle case automobilistiche che mettono a disposizione le proprie risorse per accedere alla categoria possiamo, in linea di principio, identificare due filoni principali, che vanno trattati separatamente, e due fenomeni isolati. Nel novero dei dieci Costruttori figurano infatti Audi, Mercedes, Porsche, BMW, Jaguar, Nissan, NIO, Penske, Mahindra, DS. Uno sguardo più attento, associato a una piccola riflessione sulle realtà automotive di queste case, ci spiega la loro storia e il loro “movente” nella scelta della Formula E.
Evidente e preponderante è la presenza dei grandi nomi dell’automobilismo tedesco: i colossi Audi, BMW, Porsche e Mercedes si sono tutti uniti alla categoria e, nel caso di chi ha già avuto il proprio debutto, hanno dimostrato la propria competitività. La virata verso l’elettrico delle Case teutoniche, d’altronde, è stata quasi una scelta obbligata. La coincidenza (ma, si sa, le coincidenze sono fenomeni davvero rari) ha voluto che l’arrivo di Audi in Formula E (alla sua nascita, nel 2014) abbia coinciso con lo scandalo Dieselgate. Lungi da noi abbandonarci a teorie del complotto che non ci appartengono: non è questa la sede, sempre che una sede esista. Sicuramente, però, il colpo che l’automobilismo tedesco ha subito da parte del mercato e del pubblico ha avuto echi importantissimi.
Alla triste e deludente vicenda ha seguito una campagna di demonizzazione del diesel a cui i tedeschi dovevano obbligatoriamente sottrarsi. L’elettrificazione della gamma Audi è stata una -felicissima- scelta obbligata,. a cui hanno seguito BMW con il programma i, Mercedes con il programma EQ e, più recentemente, Porsche con la sfida della Taycan. Le conseguenze sono evidenti: dopo una forte flessione, i risultati finanziari dei gruppi tedeschi sono tornati in positivo negli ultimi tre anni.
Progetti consolidati
La storia è diversa per Nissan, NIO, Mahindra, DS. Questi gruppi, infatti, hanno radici molto più forti e più lontane nel settore automotive elettrico. La Nissan Leaf, i cui progetti iniziali risalgono agli anni ’90, è ad ora la vettura elettrica stradale maggiormente diffusa al mondo. Mahindra Electric, agli albori REVA,. è stata la prima casa automobilistica a prefiggersi come unico obiettivo la commercializzazione di una vettura full electric su larga scala nel lontano 1994. NIO, poco conosciuta oltre i confini cinesi, è pioniere e leader nell’integrazione del machine learning e di sofisticate AI nella guida e gestione dell’autoveicolo; DS, più nota a noi europei è la divisione Citroen dedicata al lusso sostenibile. Non è davvero una sorpresa sapere dell’enorme investimento che questi Costruttori hanno affidato alla Formula E.
Realtà indipendenti
Le storie di Penske e Jaguar, invece, sono decisamente a sé stanti. Il gruppo motorsport americano, che fornisce assistenza a GEOX Dragon, si è lanciato nel progetto Formula E nonostante una netta asimmetria prestazionale rispetto alle più “familiari” case presenti. Tuttavia, il desiderio di imporsi in quello che Jay Penske definisce il “futuro del motorsport” potrebbe donare loro un serio vantaggio se questa realtà così si concretizzasse.
Jaguar, invece, è stata la prima Casa costruttrice a chiudere il development loop che consente al motorsport di sopravvivere da quasi un secolo: portare la competizione automobilistica al servizio dello sviluppo stradale. Entrando a far parte della categoria a partire dal 2016, Jaguar ha posto le basi per il primo modello elettrico stradale della gamma: la I-Pace. La vettura, che ha visto il suo debutto nella seconda metà del 2018, ha immediatamente riscosso un grosso successo di pubblico. Successo tale che, appena pochi mesi dopo, Jaguar annuncia il primo campionato full-electric monomarca. L’eTrophy, che fa da supporto ai weekend di Formula E a partire dalla quinta stagione, porta il customer racing anche sulla griglia elettrica.
Perchè seguire la Formula E: tanti vincitori diversi in una stagione!