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Glickenhaus fin troppo controversa sui social: il prezzo dell’autenticità “old school”

Nell’era dei social media, la linea di confine fra consenso e linciaggio è quanto mai sottile e labile. Poco conta il pregresso, solido e costante affetto del pubblico: un passo azzardato potrebbe richiedere settimane, se non mesi, per essere espiato. Lo sa bene la Scuderia Cameron Glickenhaus che, a poco più di due settimane dalla 24 Ore di Le Mans, si è in poche ore inimicata una fetta consistente degli appassionati di Endurance: vediamo cosa è successo, cercando di capire perché. glickenhaus social

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ph: DW Burnett per Top Gear

Vecchia guardia, vecchia scuola glickenhaus social

Come spesso accade sui mezzi di comunicazione di massa, la polemica esplode e si alimenta sul fraintedimento, mai chiarito, di un tweet di per sé abbastanza provocatorio proveniente dall’account ufficiale Glickenhaus.

“La bandiera a scacchi si sventola nei circuiti veri, dove vere macchine da corsa si sfidano in vere gare. Tutto il resto sono str****te senza senso.”

Il commento, firmato da Jim Glickenhaus in persona, non nuovo a questo tipo di esternazioni, ha ricevuto immediatamente una pioggia di critiche. Inizialmente diretto, per stessa ammissione dell’autore, al progetto Valkyrie di Aston Martin, le comunità sim racing di Twitter e Reddit ne hanno stigmatizzato e decontestualizzato il contenuto. Al di là della correttezza o meno delle affermazioni di Glickenhaus, che attiene alla sfera delle opinioni personali,. merita sicuramente una considerazione l’opportunità o meno di fare queste dichiarazioni in veste ufficiale, aggravata poi dall’aver bloccato e oscurato le risposte di chi, educatamente, esprimeva una posizione diversa. Perfino Jimmy Broadbent, amatissimo e seguitissimo sim racer che ha recentemente fatto il salto alle competizioni in circuito, si è visto silenziato dalla Glickenhaus.

Una scommessa fallita

Il fatto che sia proprio Scuderia Glickenhaus ad essere finita nell’occhio del ciclone offre ulteriori spunti di riflessione sulla gestione delle pubbliche relazioni nel motorsport. Sin dall’annuncio dell’ingresso della casa americana in classe Hypercar e, prima ancora, dalle partecipazioni alla 24 Ore del Nurburgring, la squadra si è distinta per un approccio estremamente old school nel rapporto con i tifosi. La scelta più che consapevole di non assumere addetti stampa o social media manager ha saputo conquistare gli appassionati dell’Endurance, che tendono a seguire con più affetto i progetti “casalinghi”, che rientrano a pieno titolo nella categoria degli underdogs. I dietro le quinte senza filtri, la disponibilità a fornire informazioni ai propri fan senza mediazione. o edulcorazione esterna ha ingenerato in molti una naturale simpatia, convertitasi in tifo. C’è però un’altra faccia di questa medaglia.

Lasciare alla mente di un progetto che richiede così tanto amore, così tanta dedizione, come è qualunque progetto nel motorsport, la gestione della critica e della crisi può essere pericoloso. Nelle sue considerazioni, un team manager sarà sempre obnubilato dallo speciale rapporto che ha con la sua “creatura”, che ha visto crescere e su cui ha investito risorse ed energie. Così come un pur fine psicanalista non potrà mai avere suo figlio in terapia, perché non sarà in grado di vedere e affrontare le sue mancanze di genitore,. allo stesso modo è necessario che sia una figura esterna, meno coinvolta emotivamente, a gestire le situazioni di crisi e critica che fisiologicamente insorgeranno.

Il prezzo dell’autenticità, che pure può dare i suoi frutti, è quello di perdere il contatto con la propria realtà e con i propri errori. Questa è una lezione che Jim Glickenhaus., uomo vecchio stampo in un ambiente che si muove troppo velocemente per potersi permettere di non stare al passo, dovrebbe imparare. glickenhaus social

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