Il 2021 sarà l’anno della rivoluzione motoristica. Dopo la Formula 1, anche la Indycar si appresta a un cambiamento regolamentare. I nuovi motori saranno più potenti e uniti all’areokit che verrà introdotto a partire dal 2019 potrebbero assottigliare le differenze prestazionali tra le due serie. Il record di Indianapolis è a rischio.
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È arrivata l’ufficialità: dal 2021 la Indycar passerà dagli attuali V6 2,2 litri biturbo a dei V6 2,4 litri biturbo. Il grande salto prestazionale sarà garantito dall’aumento dei cavalli disponibili, dagli attuali 550 sino quasi a 900 in modalità push to pass, che garantisce un incremento della pressione di sovralimentazione e quindi della potenza del motore. Il limite sul regime di rotazione infine rimarrà di 12.000 RPM.
“I nostri piloti hanno continuato a chiedere più cavalli e grazie al lavoro di Chevrolet, Honda e il dipartimento motori della Indycar, li avranno”. Così si è pronunciato Jay Frye, presidente della competizione e delle operazioni Indycar. Viene lecito chiedersi se un simile incremento di potenza possa portare a girare a Indianapolis sulla soglia dei 400 km/h, con le velocità attuali che si attestano sui 370 km/h.
Jim Campbel, vice presidente americano dei veicoli ad alte performance e del motorsport per General Motors ha dichiarato: “La formula dei motori V6 2,4 litri biturbo che verrà introdotta per la stagione 2021 continuerà a essere una vetrina rilevante per le tecnologie che incorporiamo nei nostri motori in produzione. L’opportunità di trasferire le conoscenze acquisite in performance, affidabilità e efficienza tra i circuiti di gara e gli showroom è molto importante per Chevrolet”.
Si è espresso anche Art;St.Cyr, presidente dello Sviluppo;Performance di Honda: “La nuova formula dei motori Indycar dovrebbe essere eccitante per i fan e una interessante sfida tecnologica per Honda;Performance;Development. Mentre l’architettura globale rimane simile ai motori attuali, l’aumento della corsa [dei pistoni] porterà molti cambiamenti, includendo un notevole incremento in potenza che dovrebbe far piacere a tutti i fans di questo sport. Inoltre, questo fornisce ai nostri progettisti e ingegneri l’opportunità per uno sviluppo significativo, che è una sfida ben accetta da Honda”.
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I test in pista inizieranno nel 2020. Frye ha anche aggiunto che i nuovi regolamenti sono stati discussi assieme ad altri costruttori. “Abbiamo parlato con molti rappresentanti chiave e abbiamo chiesto le loro opinioni e hanno tutti risposto che è una piattaforma molto interessante quella che stiamo facendo. Non ci saranno annunci di ulteriori costruttori a breve, ma sembra che siamo sulla buona strada”.
Marchionne ha già paventato un interesse della Ferrari per Indianapolis, seppur forse solo per intimorire Liberty;Media. Voci parlano di una possibile collaborazione tra la McLaren e un team cliente, mentre secondo il quotidiano Autosport uno dei motoristi interessati potrebbe essere Cosworth. Tuttavia, sono ancora tutte voci senza alcuna prova concreta. Nell’attesa di scoprire altro sul futuro della Indycar, non resta che godersi la 500 Miglia di Indianapolis il prossimo weekend.
Foto: Indycar Verizon Series