Torna ‘La rubrica del lunedì’. Ogni settimana commenteremo il weekend appena trascorso concentrandoci su qualcosa di particolare. La Formula 1 vola a Budapest per il GP di Ungheria con una Ferrari pronta a sognare ancora dopo l’amaro lasciato in bocca dal weekend di Silverstone.
Tre giri. Tre giri in meno e Charles Leclerc avrebbe portato a casa una vittoria tanto sognata quanto inaspettata. Sarebbe stata la terza in carriera per il monegasco dopo Spa e Monza nel 2019. Sarebbe stata la prima per Ferrari a quasi due anni dall’ultima volta. Era il GP di Singapore e c’era Sebastian Vettel sul gradino più alto del podio. Un Sebastian Vettel che esattamente sei anni fa vinceva il GP di Ungheria al suo primo anno in Ferrari.
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Una gara vinta nel ricordo di Jules Bianchi, a una settimana dalla sua morte. Quel “sappiamo che presto o tardi saresti stato parte di questa squadra” pronunciato dal tedesco dopo aver tagliato il traguardo, ribadì ancora una volta la grandezza di un talento andatosene via troppo presto.
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Sei anni dopo, a bordo di quella che sarebbe potuta essere la Ferrari di Jules c’è Charles, amico fraterno del pilota francese. Dopo l’amaro GP di Silverstone, l’Ungheria rappresenta per lui e per la Ferrari l’ennesima occasione di sognare una vittoria tanto voluta quanto inattesa. A Budapest per sognare ancora, nel ricordo di Jules.
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