Diventata un’icona del marchio, la Lancia Stratos è stata, negli anni 70′, la regina del Rally grazie ai 3 mondiali consecuti tra il 74 e il 76. Tutt’oggi rimane una leggenda del campionato, nonché auto da collezione per eccellenza.

UN’EREDE PER LA FULVIA
Dopo numerosi podi nel campionato di Rally (al tempo denominato Campionato Internazionale Costruttori), la Lancia aveva bisogno di un’erede della Fulvia HF, ormai vecchia. Il capo della squadra corse Lancia HF, Cesare Forio, aveva individuato in Marcello Gandini (designer italiano, conosciuto per modelli come Lamborghini Countach e Miura), la figura per realizzare la nuova vettura.
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L’auto prende spunto e nome dalla Strato’s Zero, un prototipo sportivo con motore centrale dello stesso Gandini, presentato al salone dell’automobile di Torino nel 1970. La vettura in questione suscitò subito grande interesse grazie alla sua forma a “freccia” e all’abolizione delle portiere, si entrava infatti dal parabrezza apribile.

NEL RALLY
Regola fondamentale per partecipare al campionato, era quello di aver prodotto almeno 500 esemplari stradali della Lancia Stratos. Dopo una lunghissima trattativa tra Ferrari e Lancia, la casa di maranello concesse al gruppo FIAT 500 propulsori della Ferrari Dino da montare sulle Stratos stradali, depotenziati a 142 KW (192 CV).
Il prototipo da Rally invece montava lo stesso V6 della Ferrari Dino, elaborato però fino a raggiungere i 280 CV che, grazie anche alla maneggievolezza dell’auto, le conferirono diverse vittorie nei Rally più importanti del mondo, nonché la vittroria di diversi titoli.

A causa dei pochissimi modelli prodotti, la Stratos è ad oggi una delle auto più da collezione e rare che si possano trovare, avanguardia dell’automobilismo italiano.
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