Superbike | il futuro può essere a tinte tricolori grazie a Rinaldi

Il GP dell’Emilia Romagna corso in quest’ultimo weekend a Misano ha messo in mostra due piloti italiani come Bassani e, soprattutto, Rinaldi che è stato il vero protagonista del weekend. L’Italia può diventare protagonista nella massima competizione delle derivate dalla serie?

Foto: profilo Twitter @PataYamahaBRIXX

Michael Ruben Rinaldi e Axel Bassani sono stati, rispettivamente, protagonista e sorpresa del weekend di Misano. Il pilota ufficiale Ducati già nel 2020 ha dimostrato di essere un pilota che sa essere vincente. Bassani, invece, ha anche sfruttato il favore di correre in una pista da lui ben conosciuta negli anni del CIV. Proprio il vantaggio di correre in casa basta per smorzare l’eventuale entusiasmo del risultato del weekend romagnolo. Tuttavia, vogliamo oggi fare un’analisi più ad ampio spettro sulle potenzialità dell’Italia in Superbike e nelle classi minori.

Dopo l’addio di Biaggi alla categoria (datato 2012) l’Italia in Superbike è stata per anni rappresentata sul gradino più alto del podio da Marco Melandri che, negli anni da pilota ufficiale Ducati, ha colto diverse vittorie. Melandri, però, è arrivato in Superbike già da pilota maturo e consolidato e, inoltre, da quando ha lasciato Ducati sono passati due anni prima che, in Gara1 a Teruel, Rinaldi riportasse un italiano alla vittoria.

Nel 2021 sono quattro i piloti italiani in Superbike: Rinaldi, Bassani, Locatelli e Cavalieri. Tutti i piloti hanno meno di 26 anni e, nel caso dei primi tre, si stanno mettendo in mostra con buone prestazioni e qualche vittoria. Cavalieri, invece, paga la pochissima esperienza e il correre in una squadra in difficoltà e con una moto a lui sconosciuta. La domanda che ci poniamo è: questi piloti hanno la possibilità di dare inizio a un ciclo italiano?

Il motociclismo italiano sta vivendo sicuramente un periodo positivo nel Motomondiale grazie a una generazione cresciuta dalla scuola piloti del Team Italia prima, e dalla VR46 Accademy poi. Nel campo delle derivate dalla serie l’Italia gode della classe Superbike del CIV che offre un livello alto e che, talvolta, viene utilizzato dai piloti del mondiale per esercitarsi.

Rinaldi, ad ora, è il pilota che ha le migliori possibilità di crescere e di arrivare, nei prossimi due anni, a lottare per il mondiale con Razgatlioglu con cui, in passato, ha spesso lottato per la vittoria in Superstock. Rinaldi è da anni seguito dalla struttura di Ducati che, dopo tre anni in Superbike, ha deciso di promuoverlo nel team ufficiale. Ducati punta forte su di lui che, già nel 2021, sta portando in alto i colori della casa di Borgo Panigale. Infatti, la crisi che sta attraversando Scott Redding ha aperto le porta al pilota italiano che si candida ad outsider per questo 2021.

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Axel Bassani, a differenza di Rinaldi, è al primo anno nel mondiale Superbike. Il pilota Feltre ha faticato a trovare una dimensione al di fuori del CIV Superbike. Dopo aver corso in Supersport e in Moto2 con risultati deludenti o poco entusiasmanti, quest’anno il team Motocorsa ha deciso di dargli fiducia nel mondiale. Bassani ha ricambiato la fiducia terminando quasi sempre a punti. A Misano è arrivato il primo exploit con ben tre piazzamenti su tre in top ten. Quello che sembra è che Bassani possa ripercorrere il percorso prestazionale fatto da Rinaldi lo scorso anno.

Va fatto un discorso diverso per Andrea Locatelli. Il campione in carica della Supersport arriva nel mondiale dopo un anno di totale dominio nella classe di mezzo e con qualche dubbio riguardo alla sua capacità di competere in un mondiale come quello Superbike. Locatelli, infatti, arriva da anni da fantasma in Moto2. Il bergamasco ha subito certamente una promozione precoce nella classe di mezzo del Motomondiale dopo risultati incoraggianti ma non ottimi in Moto3. Andrea, al debutto in Superbike è sempre andato in top ten in ogni occasione che lo ha visto concludere in zona punti. Per il Loca, però, il grande limite può essere rappresentato da un pilota in squadra forte e più maturo come Razgatlioglu che, quest’anno, si prepara a essere l’unico vero avversario di Jonathan Rea.

Nelle categorie minori

In Supersport i segnali sono controversi. I casi di Caricasulo e di Raffaele De Rosa che, nonostante abbia dimostrato grande velocità, danno l’idea di un’Italia che porta piloti talentuosi ma incostanti e non completi. Se uno dei volti forti del 2019 era Caricasulo e nel 2020 il protagonista assoluto è stato Locatelli, quest’anno uno dei tanti protagonisti di questo campionato è Luca Bernardi. Il sammarinese, al debutto nella categoria, già si pone come primo inseguitore del duo Aegerter-Odendaal. Per lui ci si augura una crescita ancora lunga e costante, senza che nessuno scelga di bruciarlo portandolo anzitempo in Superbike.

Difficile, invece, tracciare un futuro per gli italiani in Supersport300. La classe, per chi non lo sappia, è molto sconclusionata e vede un livello abbastanza basso. Gli italiani in pista sono tanti e spuntano soprattutto Bruno Ieraci e Alfonso Coppola. Tuttavia, è attualmente anacronistico pensare un futuro in Supersport nel futuro prossimo. Una flebile speranza arriva da Mastroluca che, in Gara2 a Misano ha raggiunto la terza posizione. Il pilota è stato poi penalizzato per essere andato sul verde nel corso delle ultime curve.

In chiusura, l’Italia può davvero arrivare a colonizzare il mondiale delle derivate dalla serie che, nonostante abbia da sempre Ducati come protagonista, ha visto solo Max Biaggi vincere l’iride.

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