Nel corso della 24 ore di Le Mans abbiamo avuto l’occasione di parlare con Filippo Della Latta, physio di Kubica e co-fondatore di Athletica, sull’importanza della preparazione fisica e mentale di un pilota.
Affrontare una gara endurance è una sfida unica che coinvolge meccanici, ingegneri, auto e piloti. Questi ultimi hanno bisogno di un lavoro specifico che comprende sia l’aspetto fisico che l’aspetto mentale. Filippo Della Latta, preparatore atletico laureato in scienze motorie e co-fondatore di Athletica, ci racconta la preparazione di un pilota verso una delle gare più importanti dell’anno, ossia la 24 ore di Le Mans.
Raccontaci di Athletica, la sua storia e di cosa vi occupate.
“Athletica nasce da un’idea mia e del mio socio Alessio Erra. Dopo anni di collaborazione abbiamo deciso di creare un centro in Versilia dedicato agli sportivi che coprisse sia la parte di performance sia la riabilitazione e la prevenzione agli infortuni. Offriamo programmi di preparazione fisica dedicati alla disciplina praticata e, vista la nostra esperienza, seguiamo la preparazione di molti piloti. Nel nostro organico abbiamo trainer, fisioterapisti, nutrizionisti e mental coaches. Il nostro obiettivo è fornire un servizio specifico focalizzato sulle reali necessità dell’individuo. A noi piace plasmare il programma sulla base delle necessità del singolo atleta”.

Un atleta esperto viene dunque seguito in maniera diversa da uno giovane.
“Assolutamente, un atleta giovane ha bisogno di essere guidato e formato. E’ importante trasmettergli la cultura del corretto allenamento, della corretta gestione di se stesso a 360 gradi. Quando lavoriamo con atleti esperti, invece, cerchiamo di non stravolgere le loro routine ma vogliamo ottimizzarle mettendo a loro disposizione la nostra esperienza e trovando insieme le corrette strategie da mettere in atto”.
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La 24 ore di Le Mans rappresenta una vera e propria sfida per i piloti. Qual è il lavoro che viene svolto prima della gara?
“All’interno di Athletica lavoriamo sulle singole capacità come la resistenza cardiovascolare, la forza, l’area mentale. Replicare fuori dall’auto gli esatti sforzi messi in atto durante la guida è impossibile, tuttavia possono essere allenate in maniera approfondita le varie capacità atletiche che concorrono alla costruzione della prestazione. L’obiettivo, infatti, è rinforzare tutte le capacità che poi vengono stressate durante la performance. Noi prepariamo i nostri piloti a 360°, con allenamenti di resistenza (in circuito e outdoor) e allenamenti che mescolano componenti fisiche e cognitive. Questi risultano spesso la chiave per aiutare il pilota a mantenere la concentrazione in condizione di stress mentale e stanchezza psicofisica. In macchina, il modello prestativo del pilota prevede che la condizione atletica non va a migliorare la performance della macchina, bensì deve essere tale da consentire al pilota di esprimere le proprie doti mentali e tecniche al meglio. Questo significa che il pilota deve essere in grado di non commettere errori dovuti a cali fisici o di concentrazione”.
L’aspetto mentale per i piloti è quanto mai fondamentale. Come si allena un pilota a mantenere la concentrazione per una gara da 24 ore?
“Anche in questo caso, piloti esperti come Kubica, hanno un’esperienza tale che riescono a gestire bene questi eventi. In generale, però, con i piloti giovani che devono ancora raggiungere il picco di maturità agonistica, è importante trasmettere quella che è la consapevolezza della propria sfera mentale. Un pilota deve essere in grado di analizzare in maniera costruttuva la propria performance cercando sia di capire i propri punti di forza durante uno stint sia gli aspetti da migliorare in modo da adattarsi alle situazioni per performare al meglio. Allo stesso tempo, è fondamentale modulare la concentrazione. In 24h di gara un pilota in media guida 8h ed è impossibile stare sempre al massimo. Bisogna allenare i ragazzi ad avere un’attenzione submassimale che gli consenta di guidare in maniera pulita e, nelle fasi più stressanti di gara, ricercare dei picchi di attenzione. Il nostro cervello non è in grado di stare al limite per troppo tempo, dobbiamo richiedere dei massimali per brevi periodi ed essere in grado di recuperare energie mantenendo un livello di attenzione sub-massimale che consente di essere concentrato, di non commettere errori e di non sprecare energie“.

Come vengono gestite le fasi di riposo in una gara così lunga come Le Mans?
“A mio parere le fasi di riposo sono le più importanti. E’ importante staccare la mente facendo dei pisolini brevi rigeneranti (power nap). Anche questo è allenamento e non è semplice.
Un pilota che raggiunge il picco della propria esperienza è in grado di gestire se stesso in maniera adeguata. In questo caso il nostro supporto risulta fondamentale per gestire lo schedule di momenti di riposo, alimentazione, trattamenti e attivazione psicofisica prima degli stint. Il pilota deve essere consapevole che non può rimanere 24h concentrato e al limite e, ad esempio, guardare i tempi quando scende dalla macchina. Il rischio è avere dei cali. Noi dobbiamo guidarli a staccare dal momento e fidarsi del team, lasciando ad altri la gestione delle decisioni. Anche per questo ci siamo noi di supporto”.
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Per quanto riguarda l’alimentazione, questa cambia prima dell’arrivo di una gara da 24h?
“La cultura alimentare e la consapevolezza di quello che si può e di quello che non si potrebbe mangiare è fondamentale. Chiaramente 365 giorni all’anno di dieta non si possono fare, è giusto che un pilota si permetta qualche sfizio ogni tanto. Quello che noi suggeriamo, durante l’anno, è di avere circa l’80/90% dei pasti equilibrato. Questo consente di non aver bisogno di rientrare in fretta in condizione per un evento come una 24h. Il pilota deve sempre stare bene dal punto di vista alimentare“.
E durante una 24h?
“Partiamo dal presupposto che un pilota durante una 24h può arrivare ad avere un consumo calorico durante la guida intorno alle 6-8000 calorie e perdere 2-3 kg. Durante una 24h è importante alimentarsi in maniera costante, evitando pasti troppo abbondanti. Questo consente di evitare l’incremento della sonnolenza dovuta ad un pasto pesante e, allo stesso tempo, è importante integrare energie. Dunque forniamo ai piloti pasti equilibrati dove integriamo grassi, proteine e carboidrati evitando quantità abbondanti e pasti conditi. Tra uno stint e l’altro il pilota deve reintegrare sia dal punto di vista idrosalino che dal punto di vista alimentare le energie che sono andate perse in modo da prepararsi al meglio allo stint successivo”.

Quanto si diversifica la preparazione di un weekend da 6h da uno da 24h?
“Sicuramente è necessario allenare il pilota a resistere alla fatica ed essere lucido per tempi più lunghi, e soprattutto a velocizzare i recuperi in modo da essere in grado di esprimersi nuovamente al limite dopo poche ore di recupero. Il nostro compito è quello di consentire ai piloti di arrivare in fondo al meglio possibile delle proprie capacità atletiche in modo da non influenzare eccessivamente le doti cognitive“.
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Immagine di copertina: WRT