Il Gran Premio del Belgio è il classico appuntamento dopo la pausa estiva, che ci introduce alla seconda parte del campionato. In questa settimana, la F1 arriva a Spa Francorchamps, uno dei circuiti più antichi e famosi del mondo, amato da tutti gli appassionati di motori. A Spa, infatti, non sono solo le monoposto a dare spettacolo: diverse sono le rassegne e tappe di campionato che vi si susseguono durante l’anno. Le più famose e seguite sono sicuramente due gare endurance: la Sei Ore di Spa e la 24 Ore di Spa. Andiamo quindi ad analizzare cosa fa la differenza fra una vettura F1, una LMP1 e una GT3 su questo tracciato iconico.
Le dovute premesse Spa F1
Il lavoro presentato necessita di dovute premesse, che lo differenziano da quanto di simile è già stato fatto. Invece di comparare i record della pista nelle tre classi, infatti, chi vi scrive ha preferito indagare su come queste vetture si comportano nelle condizioni di gara che più caratterizzano le rispettive categorie. Sotto la lente d’ingrandimento, quindi, abbiamo un giro notturno nella 24 Ore di Spa, una simulazione di passo gara nella 6 Ore di Spa e il giro veloce in gara del Gran Premio del Belgio.
Tutti i riferimenti sono estrapolati dalle edizioni 2018 di questi eventi: la mancanza di materiale comparabile nell’annata in corso non avrebbe consentito di equiparare i risultati. Queste vetture diventano più veloci di anno in anno: che senso avrebbe confrontare i tempi di una LMP1 2017, ad esempio, con una F1 2015 e una GT3 2016? Vediamo dunque cosa è possibile ricavare dalle onboard dei giri presi in esame.
Analogie e differenze
Innanzitutto, è necessario partire dal presupposto che le vetture oggi in esame richiedono approcci alla guida molto diversi, a causa delle loro dimensioni e prestazioni. Perfino le racing lines subiscono dei leggeri mutamenti: ciononostante, molti sono i punti di contatto.
Vediamo per prima cosa i tempi totali registrati nei tre giri in oggetto. Valtteri Bottas, autore del giro veloce nel Gran Premio del Belgio 2018, fa segnare un 1:46.286. La Toyota #8, sempre nel 2018, simula un giro di gara sull’1:58.392. La Mercedes #15 del team Black Falcon, alla 24 Ore di Spa del 2018, fa registrare un giro notturno su 2:24.590.
In assenza di riferimenti telemetrici a schermo (non tutte le categorie, ahimé, curano con la stessa attenzione i contenuti grafici) la ricerca si è concentrata su velocità di punta e in curva, mettendo sotto i riflettori i tempi di percorrenza nei tre settori, a La Source e sulla Kemmel Straight.
Le differenze maggiori si hanno, come prevedibile, proprio sulla cornering speed, specialmente in una curva con raggio stretto come La Source. Le vetture arrivano a marce alte, salvo scendere (tutte quante) fino alla terza per affrontare la prima curva del tracciato. La F1 giunge sul punto di corda e riprende l’accelerazione quando il cronometro fa segnare 5.2 secondi dalla partenza, che diventano 6.3 in LMP1 e ben 8.4 in GT3.
Spingere sul pedale
Il primo settore, segnato dalla fine della Kemmel Straight e dall’immissione in Les Combes, regala la maggiore analogie fra tre categorie e vetture così diverse. Le velocità di punta dei mezzi meccanici che partecipano alle competizioni internazionali sono ormai sempre più simili fra di loro. Bottas percorre la Kemmel in 11.3s, la Toyota ibrida #8 addirittura ha un decimo di vantaggio su questo tempo, e vicina è perfino la GT3, con 12.8s.
La piccola differenza nelle velocità di punta si fa ancora più palese nell’analisi del settore 1, quello meno tortuoso a Spa (nel secondo e terzo troviamo curve difficili e iconiche come la Pouhon e la -fu- Bus Stop). Le LMP1 perdono appena 3 secondi sulle F1 (33.7s contro 30.6s), e perfino le GT3 hanno distacchi contenuti (42.3s) se paragonate all’intervallo complessivo sul giro. Dei 12 secondi che separano il tempo di Bottas da quello della Toyota, ben 9 sono infatti accumulati fra secondo e terzo settore. spa f1
Questi dati, così ovvi eppure così oscuri per l’audience occasionale, dovrebbero anche far riflettere sulla narrazione che vuole la F1 “pinnacolo del motorsport”, spesso a scapito di realtà meno conosciute ma ugualmente (se non maggiormente) entusiasmanti, e altrettanto veloci.