In occasione dell’ACI Racing Weekend abbiamo chiacchierato con Sophia Floersch e Amna Al Qubaisi, impegnate rispettivamente in Formula Regional e nella F4 italiana. Il centro della nostra discussione è ricaduto sulla presenza delle donne nel motorsport, un argomento al momento molto affrontato ma ancora spinoso.
Per Sophia Floersch, al momento sesta nella classifica della Formula Regional, la battaglia per farsi riconoscere in quanto donna e pilota è attiva da diverso tempo, nonostante la sua età: appena 18 anni. donne motorsport Floersch
Sophia, sei ambasciatrice dell’associazione Dare to be Different, oltre ad essere una delle sole due donne in griglia in questa categoria. Cosa vuol dire per te donne nel motorsport?
Penso che in questo periodo ci stiamo iniziando a muovere nella direzione giusta,;ma di certo la strada da fare perché le donne vengano riconosciute al pari degli uomini in questo sport è ancora lunga. Un pilota donna, su una macchina,;può fare esattamente le stesse cose che fa un pilota uomo: se un pilota è competitivo,;è competitivo, e non dipende dal genere. Questo è sempre stato uno sport considerato “per uomini”,;ma non è vero e non deve essere così: può esserlo delle donne quanto lo è degli uomini. donne motorsport Floersch
Amna Al Qubaisi, che insieme a sua sorella corre nell’ADAC Italian F4, è uno dei piloti donna presenti a Monza per l’ACI Racing Weekend. donne motorsport Floersch
Amna, quello del motorsport è un ambiente ancora ostile al nostro genere sotto diversi punti di vista, nonostante ultimamente si stiano facendo dei passi avanti. Qual è la tua visione, da protagonista nella discussione, sulla situazione?
Essere una donna in un ambiente prettamente maschile è sicuramente abbastanza difficile, soprattutto perché -in quanto piloti- noi donne non riceviamo la stessa quantità di rispetto che ricevono gli uomini, e specialmente non veniamo rispettate quanto meriteremmo. Per guadagnarsi quel rispetto ci vuole tanto tempo, perché si parte da una posizione svantaggiata e bisogna dimostrare a chi ti giudica che vali quanto loro. Mia sorella è molto piccola ma corre già nella mia stessa categoria; ho un ricordo di quando correvamo sui kart: lei era la più piccola sia di età che di fisico, e tutti i ragazzi la prendevano in giro per questo. Dopo la gara, invece, quando ha dimostrato il suo potenziale, sono tutti andati a congratularsi e a stringerle la mano. Questo per dire che sì, il rispetto ce lo possiamo guadagnare, ma i pregiudizi ci rendono la strada più lunga e difficile. donne motorsport Floersch