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F1 | 5 ottobre 2014 – L’incidente di Bianchi che cambiò per sempre la Formula 1 moderna

Ricorre oggi un triste anniversario per tutti gli appassionati della Formula 1. Nove anni fa, il 5 ottobre del 2014, avvenne il tragico incidente di Bianchi che segnò un cambio netto nella Formula 1 moderna.

L’incidente che coinvolse Bianchi è avvenuto a poco più di 20 anni da quello di Senna. Come sappiamo, il pilota brasiliano, considerato uno dei più forti e iconici di questo sport, è rimasto fatalmente coinvolto in un incidente alla curva del Tamburello a Imola il 1° maggio del 1994. La distanza temporale dall’incidente di Senna aveva quasi fatto sparire il fantasma della morte nelle gare. Purtroppo, la storia è andata diversamente e l’incidente del 2014 di Bianchi ci ricorda che la Formula 1 e il motorsport sono comunque pericolosi. 

Incidente Bianchi Formula 1 2014
Un futuro già scritto alla Ferrari – Crediti: Studio Colombo

Le condizioni estremamente avverse di quella giornata nipponica avevano suscitato molte perplessità nei piloti. La gara venne comunque prese il via, e dopo due ripartenze in regime si safety car, tutto procedeva senza problemi. Tuttavia, al giro 43, tutto si fermò. Sutil, a bordo della Sauber esce di pista alla curva Dunlop, la veloce sinistra che si percorre quasi in pieno in condizioni di asciutto. Lì i commissari di percorso dovettero entrare con una ruspa per rimuovere la monoposto e permettere il ripristino della corsa. Purtroppo, la direzione gara decise di non schierare la Safety Car per svolgere l’intervento, una scelta folle se guardiamo a quello che successe dopo.


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Attimi, sono quelli passati dall’incidente di Sutil a quello di Bianchi, con il pilota della Marussia che impattò violentemente contro la ruspa. Lo scontro fu tale da provocare il coma al pilota, e vista la situazione, la gara fu interrotta immediatamente. Purtroppo, sappiamo tutti com’è finita e il 17 luglio del 2015, poco prima del suo 25° compleanno, Jules Bianchi ci lasciò per sempre, privandoci di uno dei sorrisi più contagiosi del paddock.

Abbiamo imparato qualcosa dall’incidente di Bianchi del 2014?

I tragici momenti subito dopo l’incidente di Bianchi al 43° giro del GP del Giappone 2014 – Crediti: Motorsport

Gli interventi per migliorare la sicurezza sono stati molti e si continua nella ricerca. Dalle tute ignifughe, ai guanti biometrici per monitorare lo stato del pilota fino alle monoposto sempre più sicure e capaci di assorbire impatti violentissimi. L’intervento più grande però è stato l’Halo, introdotto nel 2018 in Formula 1. Questo strumento è stato di vitale importanza in diverse occasioni, la prima fra tutte l’incidente al via del GP del Belgio 2018. Infatti, in quell’occasione Leclerc vide passare sopra la sua testa la McLaren di Alonso, e grazie all’Halo ne uscì incolume. Un altro episodio è quello di Gosjean nel 2020 in Bahrain, quando la sua Haas rimase incastrata nelle barriere ed avvolta dalle fiamme. La struttura dell’Halo, forte della sua resistenza gli ha permesso di uscire dalla monoposto e mettersi in salvo.

Purtroppo, però non possiamo dire lo stesso della sicurezza durante gli interventi in pista. L’esempio più lampante è quello di Suzuka 2022, quando alla partenza in condizioni simili a quelle del 2014, Sainz uscì di pista e rimase fermo senza potersi rimettere in gara. Lì entrarono subito le ruspe per rimuovere la vettura, senza che fosse schierata la Safety Car. Un elemento che ha riportato subito alla memoria l’incidente di Bianchi e da cui forse c’è ancora molto da imparare.

Crediti copertina: Rai Sport

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