In una recente intervista rilasciata a Sky, Domenicali, CEO della Formula 1, ha parlato della possibilità di vedere un pilota donna nella massima categoria. Per l’italiano si tratterebbe di qualcosa di impossibile, almeno nel breve periodo.
”Avere un pilota donna in Formula 1 sarebbe bello, ma ora la vedo difficile”, queste le dichiarazioni di Domenicali a Sky.
La FIA sviluppa un’intensa promozione in modo che le donne abbiano un posto di rilievo nel mondo automobilistico e che non siano considerate più o meno come un’eccezione. E’ vero che sempre più donne lavorano nel mondo della F1. Gli ideali tradizionali sono stati abbandonati e oggi abbiamo ingegnere e tecniche donne nella massima categoria. Ma, secondo Stefano Domenicali, le donne pilota hanno ancora molta strada da fare.
“La Formula 1 è una di quelle piattaforme sportive che dà la possibilità a uomini e donne di correre nello stesso campionato. Non ci sono elementi che vincolano la partecipazione alle donne. Il mondo dell’automobile ha una maggioranza di praticanti maschi, però vedo che c’è la voglia anche da parte del mondo femminile di essere protagonista”, ha detto il CEO Stefano Domenicali.
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Tuttavia, Domenicali vede lontano il loro approdo in F1. “Nel breve termine credo sia difficile, perché per diventare pilota di Formula 1 bisogna avere un percorso di crescita importante, ma la piramide che dà la possibilità a tutti quelli che entrano nel mondo delle vetture Formula 1 di poter crescere, dà la possibilità anche alle ragazze di poter far vedere il talento. Nel breve termine, come detto, credo sia difficile, però nella logica della diversità che è uno dei valori su cui anche la Formula 1 sta lavorando sarebbe veramente molto bello”.
Tatiana Calderón sembrava essere pronta per la massima categoria. Ma quando è arrivata in F2 è diventato tutto molto più difficile. La colombiana è “retrocessa” nella seconda stagione della Super Formula, dove per ora i suoi risultati non sono stati pertinenti.
Per il momento, il lavoro si concentra sulle categorie più piccole e su un campionato esclusivamente femminile, la W Series, nonostante la discussione sul modo migliore per promuovere la parità. L’idea, tuttavia, è chiara: ampliare la base per far si che il talento prosperi. E ci vuole molto tempo.
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