Come uscire dalla crisi? René Arnoux suggerisce a Vasseur la strada del cambiamento per la rinascita della Ferrari.
L’avvio stagionale ha lasciato un forte amaro in bocca in quel di Maranello. Le prestazioni della neonata SF-23 in Bahrain e Arabia Saudita hanno destato i malumori di tifosi e addetti ai lavori. A suggerire al connazionale Vasseur la via per la rinascita della Ferrari ci ha provato l’ex pilota René Arnoux.
Il 74enne transalpino ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, analizzando le prime battute del mondiale appena iniziato. Le due uscite iniziali del 2023 sono parse il preludio di un’ulteriore complicata annata per il Cavallino. Arnoux non ci sta: “Bisogna fare qualcosa. Un marchio straordinario come la Ferrari non può permettersi di andare così“, ha esordito l’ex pilota.
Arnoux ha provato a consigliare il proprio connazionale Frédéric Vasseur, al primo anno in casacca rossa: “Deve riconoscere di essere in un momento di crisi. Bisogna lavorare tanto e parlare poco: quando le cose andranno meglio farà le interviste”.
L’ex pilota di Renault, Ligier e Ferrari si è poi appellato alle conoscenze del nuovo team principal: “Ha un vantaggio: avendo lavorato in diverse squadre conosce molte persone. Se ha individuato figure di valore deve portarle in Ferrari“, ha spiegato. “Perché non si tratta di cambiare per cambiare, serve cambiare per migliorare. Per tornare a vincere”.
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Un rinnovamento delle figure chiave per tornare a sorridere
La ricetta di Arnoux prevede cambiamenti sostanziali: “Bisogna cambiare le persone. Le aziende le fanno le persone, i risultati dipendono dalle persone“, ha continuato alla Rosea.
“La Ferrari di persone ne ha di molto valide in tutti i reparti, tra quelle che devono costruire la macchina”. Le carenze per il francese sono altrove: “Mancano uomini e donne competenti per il concetto di macchina, tra quelle quattro o cinque figure che fanno la differenza”.
“Bisogna trovare ingegneri per il telaio, per l’elettronica, ma soprattutto per l’aerodinamica. Con tutta la potenza di queste monoposto non sono 8 o 10 cavalli a fare la differenza, non è il motore che ti fa vincere, ma è l’aerodinamica. L’esempio lo abbiamo sotto gli occhi…”, ha spiegato.
SF-23: una vettura dai “risultati preoccupanti”
In chiusura, Arnoux analizza i punti deboli che la Ferrari di Vasseur, Leclerc e Sainz ha mostrato a Sakhir e Jeddah. Per l’ex pilota di Grenoble, la SF-23 è un passo indietro: “La vettura era forse nata meglio l’anno scorso, per quanto non fosse affidabile”.
“Ora non è competitiva, non ha un telaio valido, mangia le gomme. I risultati sono preoccupanti: c’è un bel po’ da lavorare”, ha concluso.
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