A causa dell’impatto di Carlos Sainz contro le barriere nella curva delle piscine siamo riusciti a scattare alcune foto del fondo della Ferrari SF23.
Durante le FP2 valide per il GP di Monaco, Carlos Sainz ha impattato contro le barriere all’uscita della curva delle piscine. Il recupero dell’auto sul circuito monegasco avviene (quasi) sempre mediante l’utilizzo del carro attrezzi. Questo consente, una volta che la vettura fa il suo ritorno in pit lane, di avere qualche momento con il fondo perfettamente visibile. Proprio il fondo è la zona della vettura che i team vogliono mantenere il più riservata possibile. Infatti, è proprio sotto la vettura che viene sviluppato gran parte del carico aerodinamico e, con i nuovi regolamenti, la profilazione dei canali Venturi è cruciale. Il fondo della Ferrari SF23 si presenta con forme più semplici rispetto alla RB19, scopriamolo nel dettaglio.

Osservando le paratie del fondo dall’esterno verso l’interno, è possibile notare come in corrispondenza dello sponsor VGW play sia presenta una bombatura interna. L’intento di questa soluzione è duplice. La scia causata dagli pneumatici anteriori viene allontanata in modo più efficace. Inoltre, la sezione subito dopo l’ingresso è più stretta e questo consente di accelerare il flusso d’aria presente al di sotto della vettura. Le tre paratie successive presentano degli andamenti paralleli tra loro. Il compito è quello di guidare il flusso d’aria verso la floor edge wing per poi creare una minigonna aerodinamica ai lati del fondo stesso.
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Il canale centrale, invece, si espande man mano che le paratie si estendono in direzione longitudinale. E’ in questa zona della vettura che viene (principalmente) generato il carico aerodinamico utile a garantire alle vettura da F1 delle velocità in percorrenza di curva senza eguali in altre categorie del motorsport. La zona successiva è quella del diffusore, il cui compito è decelerare il flusso e ristabilire la differenza di pressione tra ambiente esterno e fondo vettura. Il modo in cui il diffusore lavora è fondamentale sia per il controllo della portata d’aria in ingresso dalle paratie e sia per la quantità di downforce generata.
Il fondo della SF23 presenta, nella sua parte centrale, un primo andamento rettilineo. Successivamente questo si allarga in modo progressivo e, a differenza di Red Bull, non è presente alcuna nervatura lungo la superficie stessa. Questa soluzione è stata vista sin dalla passata stagione sulla RB18 e consente la generazione di vortici utili ad energizzare il flusso al di sotto della vettura.
Il confronto con Red Bull

Effettuando una comparazione con il fondo della RB19, si nota come questi due siano piuttosto diversi. Infatti, le paratie utilizzate da Red Bull hanno una curvatura verso l’esterno meno definita. Si estendono dapprima in senso (quasi) rettilineo, per poi avere un raggio non costante terminale. La massa d’aria al di sotto della vettura viene gestita in modo differente e, in questo, collaborano anche i vortici previsti dagli ingegneri Red Bull. Sulla RB19 viene mantenuto il doppio t-tray, presente sulla F1-75 ma non utilizzato sulla SF23. Inoltre, vengono riproposte le nervature sulla superficie del fondo. Il loro obiettivo è energizzare il flusso in modo da evitarne la separazione.
Volgendo lo sguardo alle floor edge wing utilizzate dalle due vetture si notano, ancora una volta, forme completamente diverse. Ferrari preferisce ancora una volta forme meno complesse e più lineari. Red Bull, d’altra parte, utilizza diverse appendici aerodinamiche. Probabilmente, l’idea degli ingegneri Red Bull è di voler generare vortici di intensità maggiore per interagire anche con la scia degli pneumatici posteriori.
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Sin dalla passata stagione Red Bull ha saputo realizzare una vettura immune al porpoising sia grazie a delle sospensioni efficaci sia grazie ad un fondo vettura che ritardava alle più alte velocità il fenomeno. L’auto aggiornata alla stagione 2023 si conferma ancora il benchmark della categoria e le tante particolarità presenti sul fondo sicuramente non sono casuali. La RB19 dà il meglio di sè in gara e sulla gestione delle gomme, aree nelle quali ogni aspetto della vettura deve interagire in modo perfetto al fine di estrarre la massima prestazione.
E’ doveroso ricordare come la gestione dei flussi al di sotto di una vettura di F1 sia di difficile interpretazione senza utilizzare dati e/o simulazioni CFD. Tuttavia, è possibile effettuare delle ipotesi sulla base delle conoscenze teoriche.
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