Red Bull potrebbe aver perso il suo vantaggio per un dettaglio scoperto dalla FIA in seguito al ritiro nel GP d’Australia.
Emergono nuove ipotesi in merito alle “difficoltà” del team di Milton Keynes. Uno scenario molto interessante che va a collegare il ritiro di Verstappen in Australia alla recente modifica del regolamento introdotta dalla FIA, forse nata proprio da quanto successo a Red Bull a Melbourne. Ma andiamo con ordine.
Per il team austriaco la stagione era iniziata proprio come era finita quella precedente: dominando. Quattro vittorie nelle prime cinque gare con tre doppiette.
L’unica eccezione è stata il GP d’Australia, dove Verstappen si è ritirato per un guasto tecnico e Perez ha chiuso al quinto posto. Proprio il ritiro dell’olandese, però, potrebbe essere costato molto di più a Red Bull.
Da Miami in poi, invece, la RB20 non è più stata la prima forza in campo. I rivali hanno raggiunto, e superato le prestazioni della monoposto austriaca. Solo Verstappen è riuscito a restare nella lotta per le prime posizioni. Adesso però potrebbe esserci un perchè dietro al “crollo” Red Bull.
La modifica al regolamento tecnico
Il nuovo scenario va a collocarsi in seguito alla modifica di regolamento del 31 luglio. Come vi avevamo raccontato in un precedente articolo, la FIA ha cambiato il testo dell’articolo 11.1.2.
La nuova versione, rispetto alla precedente, ha una aggiunta particolare: “È vietato qualsiasi sistema o meccanismo che possa produrre sistematicamente o intenzionalmente coppie frenanti asimmetriche per un dato asse”.
Se all’inizio sembrava una modifica fatta per anticipare un futuro sviluppo da parte dei team, ora pare invece che dietro possa esserci qualcosa di più.
Red Bull usava la frenata asimmetrica?
Stando a quanto riportato dal giornalista Peter Windsor su X, sembra che Red Bull stesse adottando un sistema per ottenere la frenata asimmetrica. Il problema avuto da Verstappen nel GP d’Australia lo avrebbe “smascherato” ed obbligato il team ad abbandonarlo prima di Miami.
Il “trucco” parrebbe essere una valvola a T, inserita nello splitter dei freni posteriori, sensibile alle accelerazioni laterali. Un tale sistema non avrebbe alcun effetto quando la monoposto è in rettilineo, ma al momento dell’ingresso curva entrerebbe in funzione.
Una volta sottoposta a forze G laterali, infatti, la valvola esce dalla sua condizione di riposo, spostandosi nella direzione opposta rispetto alla curva. Questo movimento, attraverso un gioco di molle e sezioni, cambia la pressione tra corner destro e sinistro, creando una forza frenante maggiore nella pinza interna. Un sistema che quindi cerca di replicare l’effetto del celeberrimo terzo pedale McLaren del ’97/’98.
Il corner interno agisce dunque da “perno” e favorisce la rotazione della vettura. Questo sistema permette dunque di eliminare il sottosterzo, fenomeno di cui Red Bull si è invece lamentata molto dal GP di Miami in poi.
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Non ci sono certezze, ma questa ipotesi andrebbe a dare una spiegazione molto plausibile alle improvvise difficoltà del team di Milton Keynes ed all’ultimo cambio di regolamento.
La perdita di un tale sistema potrebbe aver avuto un impatto importante sulla dinamica della RB20 e sulla ricerca degli assetti per limitare il sottosterzo.
Ammesso, e non concesso, che Red Bull adottasse questo sistema, non avrebbe comunque fatto nulla di illegale. Avrebbe semplicemente sfruttato un area grigia dato che la modifica al regolamento è arrivata solamente il 31 luglio.
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