Durante le qualifiche del GP d’Ungheria, Lewis Hamilton ha suscitato una certa curiosità quando ha commentato che il vantaggio della RB19 era venuto meno. Ma perché l’effetto DRS è mancato in Ungheria e potrebbe tornare in Belgio a far volare la Red Bull RB19?
La pole ottenuta da Lewis Hamilton ha su Max Verstappen per soli 3 millesimi, ha dato il via ad alcuni commenti del sette volte campione del mondo. Ciò potrebbe essere legato alla conformazione della pista e alle velocità in gioco. Vediamo insieme quali potrebbero essere le cause dietro alla mancata efficacia del DRS della Red Bull RB19 in Ungheria.
Il commento di Hamilton ha suscitato diverse curiosità su un potenziale cambiamento di prestazioni per la Red Bull che nei sorpassi aveva un vantaggio enorme a DRS aperto. Analizzando le speed trap del tracciato magiaro sembrano confermarsi le parole di Hamilton, secondo cui la Red Bull non è più in grado di superare gli avversari in termini di velocità massima.
La velocità 260,9 km/h di Verstappen sul traguardo è diventata 304,9 km/h pochi istanti prima della staccata di curva 1. Questi valori velocistici non si discostano di molto da quelli di Hamilton che ha fatto segnare rispettivamente 260,3 e 304,9 km/h. Questi valori emersi dall’Hungaroring sono opposti a quelli visti in Arabia Saudita a Jeddah. Infatti, proprio in quella gara Hamilton ha affermato di non aver mai visto una F1 così veloce in fase di sorpasso.
Leggi anche: F1 | Mercedes chiede modifiche al Cost cap per escludere il personale non Formula 1
Per rendere più chiare le differenze, le qualifiche di Jeddah hanno visto Verstappen toccare i 311,9 km/h sul traguardo, mentre alla speed trap prima di curva 27 i 337,5 km/h. In confronto, Hamilton è passato sul traguardo a 307,9 km/h e a 329,7 prima della staccata dell’ultima curva.
L’assetto ha castrato il DRS della RB19?
La mancanza del vantaggio Red Bull non sembra essere correlata al breve rettilineo, visto che anche in Australia la situazione è stata simile. Il cambiamento nella dinamica è evidente e i commenti di Hamilton sembrano suggerire che sia cambiato qualcosa sulla Red Bull. La realtà, tuttavia, è molto più semplice da rivelare e, secondo gli ingegneri rivali che monitorano le prestazioni, è legata a specifiche scelte di assetto aerodinamico. Secondo Autosport, le ragioni dietro a questo vantaggio Red Bull, sarebbero strettamente legate all’ala posteriore più carica. Infatti, questa genera più resistenza e a flap aperto imprime un vantaggio maggiore perché perde gran parte di essa.
L’ala posteriore lavora a stretto contatto con diffusore e beam wing, con che quest’ultima aiuta nella generazione di downforce. Questo carico però non è gratis, infatti, con alette più grandi si genera più resistenza e, di conseguenza, minori velocità sia a DRS aperto che chiuso. Tuttavia, la Red Bull ha molta fiducia nelle prestazioni estratte dal suo diffusore tanto che potrebbe cavarsela spesso con una sola beam wing. Pertanto, a DRS aperto, i livelli di drag della RB19 sono molto inferiori rispetto ai rivali che presentano una doppia beam wing.
Sembra quindi che il grande vantaggio della RB19 sia nel numero di elementi della beam wing. Infatti, nei circuiti ad alto carico dove c’è una doppia beam wing al pari delle altre vetture, il vantaggio DRS non si manifesta, proprio come in Ungheria. Se questa teoria del connubio tra gli elementi del posteriore dovesse confermarsi, il vantaggio della Red Bull dovrebbe tornare proprio a Spa, pista ad alta velocità. Infatti, viste le caratteristiche del circuito, la RB19 potrebbe vestire una sola beam wing.
Seguici anche sui social: Telegram – Instagram – Facebook – Twitter