Nessuna pausa per il Circus della F1, è tempo di volare a Suzuka per la prossima race week. Vediamo in quest’analisi della pista, tutte le caratteristiche e le sfide del circuito che ospita il GP del Giappone.
La F1 si sposta da Singapore e si dirige verso il paese del Sol Levante per il prossimo appuntamento della stagione 2023. Il circuito tecnico di Suzuka da sempre rappresenta un gradito weekend per i piloti, complice il particolare layout e le curve mozzafiato. La scelta degli assetti si rivelerà fondamentale per trovare l’equilibrio giusto nei tre settori. Infatti, il primo è ricco di curve ad alta velocità richiedono carico, mentre il secondo e terzo settore sono più scorrevoli. Vediamo insieme, nell’analisi della pista di Suzuka, quali sono le curve e le insidie che rendono spettacolare il GP del Giappone.
18 sono le curve presenti sul circuito, di cui 10 a destra. Caratteristica della pista giapponese è lo snake presente nel primo settore da curva 3 a 7. Sul circuito di Suzuka, il punto di attivazione del DRS si trova solo sul rettilineo di partenza. Contrariamente a Singapore, il circuito del Sol Levante è uno dei meno severi per gli impianti frenanti Brembo, con sole tre frenate sopra i 4 G di decelerazione.
Settore 1
Il giro di Suzuka si apre nel rettilineo principale che si dirige verso la prima curva in discesa, che viene affrontata in due tempi. La prima è molto più ampia a viene percorsa a circa 290 km/h, mentre per la seconda si pizzicano i freni e ci si immette nella 2 che porta allo snake. In questo tratto cambia anche l’elevazione della pista, con una forte compressione sulle monoposto. Come detto prima, ci si avvia verso lo snake, uno dei tratti più belli del mondiale, composto da una sequenza di 5 curve che alternano destra-sinistra. Per essere competitivi su questo tratto è fondamentale una vettura capace di trasferire il carico laterale e con un anteriore preciso. Usciti dallo snake si approccia curva 7, una lunga piega a sinistra che porta alla conclusione del primo settore.
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Settore 2
Il secondo intertempo del tracciato si apre con una delle curve più fotografate del mondiale. Infatti, in curva 8 si raggiungono elevati G laterali e spesso si vedono le vetture schiacciate e generano scintille. Subito dopo si frena forte per la curva 9 sviluppando 4,4 G di decelerazione. Molto importante in questo tratto una vettura bilanciata tra asse anteriore e posteriore per affrontare al meglio queste curve. Usciti dalla 9 serve trazione per uscire velocemente e arrivare all’uncino in curva 10, una piega a sinistra ampia dove non si deve avere sottosterzo. Anche in uscita da questo uncino la trazione è fondamentale per affrontare l’ampia piega a destra velocemente e arrivare il prima possibile allo “spoon”. Quest’ultimo presenta due punti di corda e di conseguenza viene affrontato in due tempi. Usciti dalla 14 ci si immette nel rettilineo più lungo del tracciato e si conclude anche il secondo settore.
Settore 3
L’ultimo parziale del circuito di Suzuka presenta meno curve rispetto ai primi due, ma risultano comunque molto tecniche da affrontare. La prima che si affronta è la celebre 130R, un’ampia piega a sinistra di quasi 90° che viene affrontata quasi in pieno dai piloti. Oltrepassata questa curva da pelo, si arriva subito alla chicane 16-17 dove è fondamentale trovare il punto di frenata migliore. Infatti, qui si arrivano a sviluppare quasi 5 G di decelerazione, passando da oltre 300 km/h a circa 90 orari. Dopo questo destra-sinistra si accelera verso la 18, un’ampia curva a destra che rappresenta anche la conclusione del giro.
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Le scelte di Pirelli per affrontare la pista e il GP del Giappone
Scelta diametralmente opposta a distanza di una settimana. Infatti, se a Singapore le mescole erano le più morbide della gamma, in Giappone Pirelli porta le più dure. Questa scelta è dovuta ovviamente alle caratteristiche dell’ottovolante giapponese. Particolare attenzione alle coperture anteriori, in quanto Suzuka è un circuito front-limited, che potrebbero soffrire anche il degrado termico se dovessero confermarsi le alte temperature. Inoltre, l’asfalto del circuito giapponese è uno dei più abrasivi del campionato, paragonabile a quello di Barcellona e Bahrain.
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