La F1 non si ferma e dopo l’Austria fa tappa nel circuito di Silverstone. Il GP di Gran Bretagna è da sempre uno dei più impegnativi per le vetture, vediamo il perché nell’analisi della pista.
L’appuntamento di questo fine settimana è uno dei classici del circus della Formula 1. Da oltre 70 anni si corre nel circuito inglese che negli anni ha subito diverse modifiche al layout. Da pista di atterraggio della RAF a circuito per auto e moto, presenta tante curve iconiche, tra cui Copse e la sequenza Maggots, Becketts e Chapel. Il tracciato, nell’ultima versione misura 5,891 km e si articola in 18 curve, con due zone DRS che si trovano rispettivamente tra curva 5-6 e 14-15. Vediamo insieme nell’analisi della pista, quali altre caratteristiche e insidie nasconde il circuito di Silverstone, sede del GP di Gran Bretagna.
Settore 1
Il primo settore del circuito si apre con una veloce curva a destra che si percorre con l’acceleratore quasi al 100 %. In questa curva gli pneumatici Pirelli sono messi a dura prova e non hanno modo di “riposare”, visto che subito dopo c’è la 2, una piega a sinistra che porta alla prima frenata vera del circuito. La staccata di curva 3 è una delle poche presenti sul circuito e porta 4,0 G di decelerazione massima, raggiunti con 121 kg sul pedale del freno. Una volta rilasciato il freno, i piloti affrontano la piega secca a destra che diventa fondamentale per la riuscita delle curve successive. Infatti, è importante preparare a dovere curva 4 per uscirne il più velocemente possibile e affrontare la 5, una leggera piega a sinistra che si affronta in pieno. Usciti dalla sequenza 3-4-5, si apre il rettilineo con la prima zona DRS che in passato è stato sede di tantissimi sorpassi.
analisi Silverstone pista Gran Bretagna
Settore 2
Il secondo settore si apre con la frenata di curva 6 (Brooklands) dove si raggiungono i 4,2 G di decelerazione massima secondo i dati Brembo. Inoltre, le simulazioni indicano una potenza frenante di 2133 Kw, la più alta del tracciato. Rilasciato il freno, i piloti affrontano la sequenza 6-7-8, una sinistra-destra-destra che mette sotto stress la meccanica e gli pneumatici delle vetture. Infatti, nella prima piega è importante non avere sottosterzo che potrebbe ripercuotersi nelle due curve successive. Usciti da questa sequenza si procede verso i vecchi box che precedono la Copse. Quest’ultima è il vero banco di prova per le vetture, infatti, è una velocissima curva a destra che viene affrontata quasi in pieno a circa 285 km/h e 4.5 G di accelerazione laterale. Qui gli pneumatici raggiungono i massimi livelli di stress verticali e laterali, per cui risulta fondamentale il carico aerodinamico della vettura.
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Dopo essersi lasciati alle spalle curva 9, i piloti affrontano uno dei tratti più iconici del tracciato, la sequenza Maggots, Becketts e Chapel. Come la Copse, qui è fondamentale il carico verticale e un’anteriore preciso per affrontare il più velocemente la sequenza di 5 curve. Inoltre, è necessaria una vettura che riesca ad essere morbida nei cambi di direzione, visto che si possono raggiungere i 285 km/h e 4.4 G.
Settore 3
Usciti da questa serie ravvicinata di curve i piloti entrano nell‘Hangar Straight, il secondo rettilineo con zona DRS che apre anche l’ultimo settore del tracciato. Anche qui è facile realizzare sorpassi, soprattutto se chi insegue è uscito vicino dalla Chapel. Completato il rettifilo si giunge alla Stowe, una veloce curva a destra che può innescare del sottosterzo. Usciti dalla Stowe i piloti scendono verso le ultime curve del tracciato: Vale e Club. La prima è una chicane sinistra destra dove è facile sbagliare il punto di frenata, visto che si arriva a forte velocità e in discesa. Oltrepassata questa chicane, i piloti procedono verso l’ultima con l’acceleratore quasi al 100% per affrontare la Club e chiudere il giro.
Le scelte Pirelli per il GP di Gran Bretagna a Silverstone
Il GP di Gran Bretagna segnerà il debutto di una nuova costruzione degli pneumatici slick per la F1, anticipando alcuni materiali per la specifica 2024. Questa modifica si è resa necessaria per l’incremento di prestazioni delle monoposto che è andato oltre quello delle simulazioni. Per la tappa inglese, il costruttore ha scelto di portare le mescole più dure della gamma, fondamentali per sopportare il forte stress a cui saranno sottoposte le coperture. Infatti, possiamo vedere dalla grafica che la “spalla” degli pneumatici è fortemente sollecitata, specialmente quella dell’anteriore sinistra.
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