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F1 | GP Olanda – Analisi Pista: Il banking compromette gli assetti

Dopo tre settimane di stop, torna la Formula 1 e si va a Zandvoort per la tappa di casa per Max Verstappen. Vediamo insieme nell’analisi della pista le criticità del GP d’Olanda, un tracciato tradizionale e impegnativo.

Il Circus della F1 torna in pista per la seconda parte del campionato 2023. La prima tappa è in Olanda, gara di casa per Max Verstappen e dei numerosi “orange”. Il circuito che ospiterà il GP è un tracciato storico e ha subito diverse evoluzioni negli anni. Scopriamo insieme nell’analisi della pista le varie insidie presenti nel tracciato di Zandvoort, sede del GP d’Olanda.

Analisi pista Olanda
GP Olanda 2022 – Crediti: Red Bull Content Pool

Il tracciato è piuttosto corto con i suoi 4,259 km e presenta 14 curve, le quali si snodano in continui cambi di pendenza e banking. Le più famose sono curva 3 e curva 14, dove l’inclinazione può raggiungere il valore di 18 gradi, di molto superiore a quelle presenti a Indianapolis. Poco stress per i freni, infatti, per Brembo il circuito di Zandvoort è poco impegnativo. Fondamentale l’assetto meccanico delle vetture, che richiede un’altezza da terra superiore per non toccare il plank nelle curve con banking. Due le zone DRS, sul rettilineo di partenza e tra curva 10 e 11.

Settore 1

Analisi pista Olanda
Circuito con impegno moderato per gli impianti Brembo – Crediti: Brembo

Dopo il traguardo le vetture approcciano a curva 1, la mitica Tarzan, una piega a destra con leggero banking in cui potrebbe innescarsi del sottosterzo. Segue un veloce sinistra destra che porta alla 3, la prima curva con un banking importante. Qui i piloti avranno tre scelte di traiettoria, dalla più corta in basso alla più veloce che sfrutta la parte più alta della curva. Usciti dalla tre, i piloti si dirigono nella veloce sequenza 4-5-6, che presenta anche diverse variazioni di pendenza e alcuni avvallamenti.


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Settore 2

Il secondo settore del tracciato si apre con la curva 7, una velocissima piega a destra che si percorre con la farfalla quasi al 100%. Da qui si prosegue verso la 8, ulteriore curva a destra che chiede tanto carico per essere affrontata velocemente. Segue curva 9, piega a destra anticipata da una frenata non troppo impegnativa che genera 3,8 G di decelerazione. Da calibrare bene la percorrenza, in quanto potrebbe innescarsi del sottosterzo e spingere fuori pista la vettura. Da qui ci si dirige verso la 10, largo uncino a sinistra che immette sul secondo allungo del tracciato con DRS.

Analisi Pista Zandvoort Olanda

Settore 3

Il terso settore si apre con la frenata di curva 11, la seconda più impegnativa del giro, dove si sviluppano 4.6 G di decelerazione. Da qui si entra nella S Audi, una 90 gradi a destra e un tornantino verso sinistra in sequenza. In questo tratto viene privilegiata la trazione delle vetture, in quanto aiuta la percorrenza dell’ultimo tratto di pista. Usciti dalla 12 si va verso le ultime due curve a destra del tracciato, dove è facile esagerare e oltrepassare i limiti della pista all’esterno. Fondamentale prepararle bene, in quanto la 14 presenta il banking e permette di sviluppare una maggiore velocità nel rettilineo finale.

Le scelte Pirelli per la pista di Zandvoort

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Per il ritorno del circus in Olanda, Pirelli ha scelto le mescole più dure della gamma, proprio come l’anno scorso. Tale scelta è guidata dalle sollecitazioni sviluppate nei diversi banking, visto che oltre alle accelerazioni verticali si aggiunge anche la componente laterale. Inoltre, va specificato che la C1 è diversa da quella della passata stagione. Infatti, la nuova C1 è stata introdotta quest’anno e si posiziona tra la vecchia specifica e la C2. Quindi è leggermente più morbida per offrire un più ampio ventaglio di strategie.

Crediti immagine copertina: Red Bull Content Pool 

 

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